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Vita dura per i furbetti della sanità

GIRO DI VITE DELLA ASL DI LECCE SU PERSONALE MEDICO E AMMINISTRATIVO 
 
Valdo Mellone, direttore generale della Asl leccese, ha indetto una vera e propria guerra contro fannulloni e truffatori, utilizzando l’arma del licenziamento in tronco per giusta causa 
 
Dipendenti della pubblica amministrazione che non lavorano come dovrebbero e si crogiolano nel loro status acquisito, trasformando la figura dell’impiegato, agli occhi dell’opinione pubblica, nel mito del fannullone. Addirittura falsificano carte e documenti per ottenere il massimo rendimento con il minimo sforzo: in pratica, una truffa alla popolazione che paga le tasse chiedendosi poi cosa effettivamente non funzioni nelle macchine amministrative. 
Il direttore generale della Asl di Lecce Valdo Mellone ha deciso di giocare la carta della linea dura, quella del licenziamento in tronco per giusta causa di fronte ai casi di evidente inadempienza al lavoro o di veri e propri illeciti. Per Mellone non c’è categoria che si salvi: medici, infermieri, personale amministrativo, sono tutti messi sotto la lente d’ingrandimento. Il primo provvedimento prevede il “recesso per giusta causa” dal contratto a tempo indeterminato e almeno altri tre procedimenti sono in arrivo con la risoluzione del rapporto di lavoro. I fatti contestati non meritano le sole scuse, e consistono in pratiche discutibili fatte di false timbrature, orari non rispettati e gestione vivace delle presenze del personale. 
Il primo colpevole è L.N., autista nominato nel 2011 come referente dell’azienda per i controlli sugli automezzi. Avrebbe consegnato con tanto di timbro della Asl e di firma del direttore amministrativo Antonio Vigna, tutti i fogli di presenza sulla pronta disponibilità al di fuori del normale orario di lavoro. Il caso si è protratto per anni, dal 2009 al 2012, fruttando un gruzzoletto extra pari a 12.374,30 euro all’autista. 
L’autore del gesto ha ammesso “di essere stato l’autore dei gravissimi fatti”, ma alla Asl non basta. Per la gravità del fatto, l’azienda non può continuare un rapporto lavorativo con il colpevole: “tutti i gravissimi fatti commessi, contestati e ammessi non consentono la prosecuzione, neppure provvisoria, del rapporto”, è scritto nella delibera firmata da Mellone. È pretesa anche la restituzione delle somme intascate e non è escluso che l’autista debba restituire anche gli arretrati. 
Il licenziamento, pare essere anche sulla soglia della porta di due medici e un dipendente amministrativo. Alcune fonti parlano di prestazioni a pagamento richieste ai pazienti da un medico mentre risultava in servizio nelle corsie d’ospedale, durante l’orario di lavoro. La fase istruttoria non è ancora conclusa ma pare che i fatti denunciati e segnalati dai cittadini e dai dipendenti negli anni, effettivamente gravi, siano stati finalmente ascoltati. 
 
Oriana Rausa