È di questi giorni la notizia dell’importante elenco di ulivi salvi grazie alle previsioni della Legge regionale n. 14/2007, mentre in Commissione si discute una proposta che ne mette in discussione l’efficacia
Punteggiano terrazzamenti, serre e piane, rievocano contorsioni artistiche e rendono preziosi frutti: sono i nostri ulivi, e non a caso uno di essi campeggia al centro dello stemma della Regione Puglia. Le istituzioni hanno approntato la Legge Regionale n. 14 del 2007 “Tutela e valorizzazione del paesaggio degli ulivi monumentali della Puglia” per sottolinearne l’importanza e la connessione rispetto al territorio e alla sua storia. Tale Legge nella parte attuativa prevede il rilevamento sistematico e la relativa identificazione degli ulivi e degli uliveti monumentali pugliesi.
Oggi i primi risultati importanti: si legge sul sito web della Regione Puglia che al termine di un lungo lavoro è finalmente disponibile il primo elenco definitivo delle piante monumentali. Numeri importanti, primi passi verso una mappatura capillare e completa di tutti gli esemplari, così sottratti a danneggiamenti e soprattutto alla odiosa pratica degli espianti per il commercio illegale. Questi esemplari trovano nell’articolo 6 della legge e nell’articolo 10, le più rigide norme di tutela, la loro ancora di salvezza: per gli ulivi censiti scattano automaticamente il vincolo paesaggistico, le prescrizioni delle Norme tecniche di attuazione (NTA) del Piano urbanistico territoriale tematico per il paesaggio (PUTT/P), nonché il veto assoluto di danneggiamento, abbattimento, espianto e commercio.
Tuttavia , ultimamente cala sulle teste -o meglio sulle chiome- di 60 milioni di piante stimate (di cui 5 milioni monumentali) la scure della deroga all’articolo 10 presentata in Regione, da parte di esponenti di entrambe gli schieramenti. Ciò significherebbe sguarnire i dispositivi di tutela delle loro armi migliori, consentendo la realizzazione di tutti i progetti edilizi approvati in epoca antecedente al mese di giugno del 2007. Per tale via si aprirebbe il varco ad intere lottizzazioni in zone agricole, senza la necessità dell’ottenimento di alcun parere paesaggistico. Tale tentativo, peraltro, era già stato mosso nel 2011, ma presto accantonato per la levata di scudi degli ambientalisti.
La ratio di tale deroga, nasce soprattutto in relazione alle istanze dei proprietari di terreni edificabili. Questi ultimi a causa dei paletti posti dalla legge del 2007 non possono essere utilizzati in base alla classificazione sotto cui ricadono, ma nello stesso tempo soggiacciono agli oneri per essa previsti, come il pagamento dell’Imu. Tuttavia mentre dalla Regione si attende la decisione sulla sorte dell’articolo 10, è arrivata proprio in questi giorni una sentenza del Consiglio di Stato, chiamato a pronunciarsi sull’abbattimento di 1.500 ulivi secolari, sfrattati per far spazio ad un polo turistico nelle campagne di Savelletri. I giudici amministrativi, appellandosi al valore primario e assoluto riconosciuto dalla Costituzione al paesaggio e all’ambiente, hanno deciso di salvare i sempreverdi in quanto unica entità culturale ed ambientale dall’elevatissima valenza monumentale: una sentenza, la loro, su cui riflettere.
M. Maddalena Bitonti