Lo sciopero degli scorsi giorni dei dipendenti dell’impianto di Poggiardo ha dato vita ad una nuova emergenza rifiuti per l’Ato Le/2. Silvano Macculi, presidente dell’Ato Le/2, accusa: “La Regione non adempie agli impegni presi”
Ci risiamo. Per la quinta volta in soli tre anni, i 46 comuni dell’Ato Le/2 devono fare fronte ad una nuova emergenza rifiuti. All’origine di questa nuova guerra, l’annuncio di Fabio Montinaro, amministratore unico della Sud Gas, titolare del biostabilizzatore di Poggiardo, che gli stipendi arretrati dei dodici dipendenti dell’azienda non potranno essere pagati per mancanza di liquidità, causa inadempienza di quasi tutti i Comuni dell’Ato Le/2 relativamente al canone 2009. Dichiarazioni che hanno fatto infuriare i lavoratori dell’impianto, i quali hanno subito inscenato uno sciopero, bloccando gli autocompattatori e rischiando una denuncia per interruzione di pubblico servizio.
Sembra proprio l’incertezza finanziaria il principale alimento di questa nuova crisi. Come afferma il presidente dell’Ato Le/2 Silvano Macculi, la fase transitoria, creata da Nichi Vendola nel gennaio 2007 con la chiusura della discarica di Nardò, doveva durare solo un anno ma è tutt’ora in corso. Tutto ciò, secondo Macculi, ha portato all’aumento dei costi di smaltimento dei rifiuti (da 5 a 17 milioni di euro all’anno), con una maggiorazione che è stata coperta con il raddoppio della tassa dei comuni (da 5 a 10 milioni annuali), mentre la restante parte era stata presa in carico dal commissario Vendola. Il presidente regionale avrebbe però soltanto coperto la somma relativa al 2007, ma non ha adempiuto per il 2008 e il 2009. Questa situazione ha portato la Regione a deliberare, lo scorso lunedì, lo stanziamento di 3,5 milioni di euro che si aggiungono ad una uguale somma stanziata a dicembre 2009, ma non ancora resa disponibile. Ora resterebbero altri 4,5 milioni, sempre per l’anno 2009.
Non finisce qui purtroppo. Un altro contenzioso riguarda invece la tariffa che i Comuni devono alla Sud Gas: “Dal prezzo iniziale di 34,73 euro a tonnellata, stabilito da Vendola nel 2007 -spiega Macculi- , l’azienda ha deciso unilateralmente di aumentarlo a 46 euro per la frazione umida e a 66 per il materiale secco. Questo sarebbe la conseguenza di una ‘dimenticanza’ del presidente regionale che avrebbe omesso l’inserimento del prezzo nella sua ordinanza. Ovviamente, i comuni dell’Ato Le/2 rifiutano un tale aumento perché 34,73 euro è il prezzo con cui la Sud Gas si è aggiudicato il servizio e non ha la competenza per cambiarlo in maniera autonoma. Una soluzione in questo senso è rappresentata da un tavolo con ditta, Regione, Commissario, Provincia e Ato. Nel frattempo i Comuni hanno deciso di versare la somma di 25 euro a tonnellata come acconto alla Sud Gas, la quale deve però smettere di dire che non hanno i soldi per pagare i suoi dipendenti”. Secondo il presidente dell’Ato Le/2, infatti, l’azienda in questione ha ricevuto interamente quanto le era dovuto per il 2008 e, tranne pochi comuni inadempienti, è stato coperto anche il 2009. L’attuale assessore provinciale ha anche precisato che lo sciopero degli occupati dell’impianto ha avuto un primo risultato, cioè la sollecitazione per definire una tariffa che sia però congrua al servizio prestato e non stabilita unilateralmente, soprattutto per “venire incontro ai problemi dei lavoratori, dei 46 comuni e della Sud Gas stessa”.
Tutto questo succedeva poco meno di una settimana fa, ma la “questione rifiuti” permane. “Lo scorso lunedì -prosegue Macculi- ho suggerito la riunione di un tavolo tecnico, da tenersi in Prefettura o Provincia, per affrontare le questioni della tariffa, dei fondi da versare all’Ato Le/2 per pagare gli operatori e decidere sul futuro dell’impianto di Poggiardo. Il prossimo 28 febbraio, infatti, scade la proroga del funzionamento del biostabilizzatore voluta da Vendola, per far entrare poi in funzione il nuovo impianto della Cogeam; siamo però convinti che in quella data la nuova struttura non sarà ancora pronta, quindi occorre organizzare subito un ciclo transitorio fino alla messa in funzione dell’impianto a regime”. Macculi individua nella Regione i responsabili di questa interminabile crisi: “Chiediamo solo rispetto per gli impegni presi e per i quali l’amministrazione regionale si è dimostrata inadempiente. La legge parla chiaro e l’assessore all’Ambiente, Onofrio Introna, non può certo permettersi di affermare di non avere competenze in merito”.
Alessandro Chizzini