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Regionali, candidati al fotofinish

Le candidature alla Regione Puglia sembrano ancora lontane dall’essere definite. Mentre Dambruoso sembra in stand by, Vendola non molla la presa nella speranza che il Pd sciolga la riserva sul suo nome

 

Un equilibrio instabile che potrebbe rompersi da un momento all’altro rivelando la faccia un accordo che ha a tratti il sapore della fantapolitica. Parliamo delle regionali giocate in un susseguirsi di riunioni, baresi ma sopratutto romane, che potrebbero sciogliere almeno in parte i dilemmi pugliesi e del ruolo determinante dell’Udc, ancora indeciso sul da farsi. Dopo l’incontro tra i segretari regionali del Partito Democratico con Pierluigi Bersani, cui Blasi ha sottoposto nuovamente il complicato caso Puglia, con l’Udc indisponibile a sedersi al tavolo della coalizione con Nichi Vendola, anche il Pdl chiama a raccolta i suoi.
Nonostante la disavventura del premier, l’ufficio di presidenza del partito deciderà, infatti, attraverso i suoi organismi regionali e nazionali, se ufficializzare o meno i suoi candidati ancora in bilico in diverse regioni d’Italia dove il dialogo con l’Udc resta altalenante, soprattutto per gli equilibri con la Lega Nord. Una situazione che influenza anche la Puglia dove il magistrato Stefano Dambruoso attende stoicamente da mesi di sapere se la chiamata definitiva alla politica alla fine ci sarà o meno. Sul suo nome pesano infatti degli ultimi dubbi e si sa che in politica spesso le decisioni vere vengono prese al fotofinish. Nel centro sinistra intanto, il popolo dei vendoliani fa pressing sul Pd, portando avanti la sua difesa “della Puglia migliore” si legge sui manifestini, contro le logiche di un’alleanza con i moderati che non convince. Oltre lo Scudocrociato, c’è infatti Io Sud, movimento meridionalista capitanato dalla senatrice ex An Adriana Poli Bortone che per molti rappresenterebbe uno scoglio politico troppo indigesto.
Intanto, benché non abbia alcun valore scientifico, come spiega lo stesso quotidiano “La Repubblica” che lo ha pubblicato, il sondaggio sul candidato presidente on line da qualche giorno sul sito del giornale, registra uno schiacciante 87% per il governatore uscente rispetto al sindaco di Bari, Michele Emiliano, che si ferma al 13. Il nome di Emiliano si era andato rafforzando sempre più nelle ultime settimane, spingendo lo stesso interessato a prendere posizioni sempre meno nette. Da “Non sono interessato” a “Nichi deve indicare un successore” il passo era breve, tenuto conto dell’analisi schiacciante che Emiliano faceva del leader di Sinistra e Libertà: “Ha spaccato a metà Rifondazione, non è entrato nel Pd ed oggi il suo movimento conta pochi pezzi”. Meno lineare invece il passaggio sulla propria candidatura, se non blindata, almeno benedetta dall’Udc. Emiliano aveva detto: “Non intendo cambiare mestiere, faccio il sindaco di Bari”; tuttavia, nelle ultime settimane ha anche precisato che “i baresi sanno che se la regione passasse al centro destra, questo lo pagherebbero anche loro”. Cronaca di un sacrificio annunciato? E giù un elenco di opere in programma per il capoluogo che il Pdl certamente non agevolerebbe secondo Emiliano, convinto che il partito di Fitto “quando governa non fa prigionieri”.
Parole quasi da candidato insomma, ma solo se fosse Vendola a chiederglielo altrimenti, questo dal Pd lo sanno bene, significherebbe la rottura con la sinistra e con quella parte del Pd che sostiene il governatore e come lui convinta che se la coalizione non intende riconfermare Vendola si debba andare alle primarie. Lo stesso segretario regionale del partito, Sergio Blasi, si era visto costretto a smorzare i possibili entusiasmi sul suo predecessore oggi presidente del Pd pugliese: “Emiliano deve fare il sindaco di Bari”. Intanto, sempre tra Bari e Roma, non mancano le indiscrezioni su una ripresa del dialogo che sembrava ormai interrotto tra Vendola e i lettiani. Se è vero che non è mai del tutto tramontato tra i papabili alla candidatura, il nome di Francesco Boccia, sconfitto alle primarie del 2005 proprio contro Vendola, sarebbe il centro di una tela sottile che passa dall’aria lettiana del partito e che finisce in Sinistra e Libertà, dalla qualche c’è chi giura che alla fine verrà fuori un accordo che aggiri l’area dalemiana. Dopo una cena distensiva tra Vendola e Boccia, nella capitale, non è sfuggito il feeling politico tra il presidente della regione Puglia ed il vice di Bersani Enrico Letta, entrambi ospiti della trasmissione televisiva “Ballarò”.

 

Alessandra Lupo