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Un futuro fuori corso

L’ateneo salentino, dopo il ricorso all’esercizio provvisorio, rischia seriamente di essere declassato. Intanto si scopre che quasi 300 studenti hanno prodotto false autodichiarazioni fiscali causando un danno di oltre 64mila euro.
Il rettore Domenico Laforgia ha lanciato un appello a tutte le istituzioni perché, in questo difficile momento, sostengano e difendano l’Università del Salento in tutte le sedi possibili

 

In una fase di ulteriori tagli all’Università, l’ateneo salentino cerca di tenere ferma la rotta, ma le insidie non mancano. Pochi trasferimenti da una parte, paradossi dall’altra ed un bilancio economico che questa volta preoccupa non poco il consigli di amministrazione. Ecco perché lo scorso 11 dicembre, il rettore Domenico Laforgia aveva lanciato l’appello alle istituzioni del territorio perché si muovessero in tutte le sedi possibili a difesa dell’Università salentina.
Il caso era scoppiato di fronte alla decisione del Consiglio di amministrazione dell’Università del Salento di ricorrere all’esercizio provvisorio come conseguenza della mancata approvazione del bilancio di previsione del 2010 da parte del Collegio dei Revisori dei Conti. Laforgia aveva allora dichiarato: “Il Consiglio di amministrazione, compresi i rappresentati degli studenti, è stato unanime nel deliberare l’esercizio provvisorio come risposta inevitabile ai tagli ministeriali annunciati, ma soprattutto perché l’analisi attenta del bilancio non lascia margini ulteriori di riduzioni delle uscite, oltre a quelle già effettuate in questi due anni”. Il rettore aveva poi spiegato che “non potendo agire sulle spese fisse, come gli stipendi e le spese di gestione irrinunciabili si sarebbero dovute ridurre le risorse destinate alla ricerca e al miglioramento dell’offerta formativa, cosa che questa amministrazione rifiuta di fare”. Secondo Laforgia, la ricetta per sopravvivere passerebbe per la graduale trasformazione dell’ateneo leccese in una sorta di “teaching university”, in cui si la ricerca viene sacrificata alla didattica.
Una Università di “serie B” insomma, paventava il rettore, che in breve tempo avrebbe come conseguenza la fuga in massa di studiosi e ricercatori, escludendo l’ateneo salentino dal panorama scientifico nazionale e internazionale. Una soluzione a cui il rettore dice no e rivolge un appello accorato a tutti gli enti locali e ai parlamentari salentini perché sostengano e difendano l’università, in questo difficile momento, in tutte le sedi possibili: “Il paradosso -sostiene Laforgia- è che l’Università del Salento rientra tra le Università definite virtuose dallo stesso Ministero, grazie ad un’oculata gestione, al taglio di ogni spreco, alla rinuncia alle indennità di carica di tutti gli incarichi, all’assenza di debiti e tutti i parametri di valutazione in forte crescita, che la posizionano al terzo posto in Italia, tuttavia non è in grado di recuperare altrove la riduzione del fondo di finanziamento ministeriale, che per il 2010 ammonterebbe a circa 7,5 milioni di euro”. Nella difficile situazione economica dell’ateneo e di fronte alla decisione del Cda di non aumentare comunque le tasse: la crisi graverebbe così sulle famiglie già provate dalla crisi e non risolverebbe nemmeno i problemi, si può comprendere come il piccolo esercito 285 studenti, pizzicati a dichiarare il falso per non pagare le tasse sia stato visto con ben poca bonarietà. Nell’Italia di Totò e Peppino, dove il furbacchione ha sempre strappato una certa simpatia, la lotta all’evasione non risparmia nemmeno le autodichiarazioni compilate con leggerezza, dichiarando reddito zero per ottenere gli esoneri parziali o totali. Un’evasione consumata on line per 64 mila euro complessivi, ed è solo l’inizio.
Ecco perché, dopo la doccia fredda arrivata dal setaccio di oltre 10mila istanze che ha portato alla scoperta di 285 illeciti e conseguente denuncia per truffa, l’Università ha sottoscritto un accordo con il comando provinciale della Guardia di finanza. Attraverso una convezione, presentata ufficialmente al primo piano del rettorato in piazza Tancredi a Lecce, l’ateneo salentino avvia una collaborazione preziosa dunque, tutta a favore della legalità ma anche del risparmio di risorse, mai come oggi vitali. La collaborazione con le Fiamme Gialle sarà reciproca. Entrambi si impegnano a collaborare secondo le proprie competenze per limitare l’evasione e a scoperta dei 285 studenti che dichiaravano il falso per agevolazioni fiscali è solo un esempio di ciò che si vorrebbe evitare.  Ad essere presi di mira saranno infatti innumerevoli illeciti che il rettore definisce “poco consoni alla formazione della futura classe dirigente”.

 

Alessandra Lupo