Cerca

“Noi imprenditori edili, imbrigliati dalla legge e dalla burocrazia”

Il titolare di un’impresa edile del territorio denuncia le difficoltà per le nostre aziende di crescere a causa di lungaggini burocratiche e di regole complesse. Come se non bastasse la crisi economica 
 
Se negli ultimi anni, la crisi sta mettendo a repentaglio il futuro delle imprese, soprattutto quelle medio-piccole, i lunghi e intricati meccanismi della burocrazia non stanno certo aiutando gli imprenditori a risollevarsi. Criticità queste tipiche soprattutto del settore edile, dove gli imprenditori trovano enormi difficoltà soprattutto nel recupero dei crediti. Questo è l’allarme lanciato da Filippo Montinari, titolare di un’impresa di ristrutturazioni e restauri di edifici. 
Montinari, quali sono i principali disagi che state incontrando come categoria? 
I problemi più importanti li stiamo riscontrando nel recupero dei crediti. Negli ultimi anni, per motivi decisamente importanti, legati ad assicurare un gettito fiscale e contributivo effettivo, si è introdotta una responsabilità del committente verso l’appaltatore ed eventuali subappaltatori e del secondo nei confronti dei subappaltatori. L’oggetto della responsabilità si è esteso poi dalla contribuzione dei lavoratori alle ritenute fiscali degli stessi e all’Iva fatturata tra i vari attori del contratto di appalto.
Quali sono le conseguenze?
Tutto ciò complica la vita a tutti questi soggetti, generando un’inutile e costosa burocrazia; genera un inutile carico di lavoro agli enti previdenziali che devono rilasciare i Durc (documenti di regolarità contributiva); ritarda i pagamenti ai soggetti che eseguono i lavori; non assicura per niente il gettito, fiscale e contributivo, che era l’obiettivo da perseguire. Secondo la legge, infatti, il nostro debitore non ha l’obbligo di pagare senza la presentazione del Durc. 
Quali soluzioni suggerisce? 
Basterebbero semplici regole: estendere l’emissione di fattura senza Iva a tutti i soggetti che sono parti di contratti di appalto; far versare ai committenti privati l’Iva direttamente, sulla posizione del soggetto Iva; stabilire una ritenuta fiscale e previdenziale, simile a quella del 36% e del 55%, che viene trattenuta dal soggetto erogante e che il sostituito potrà detrarre; escludere gli appalti sotto la soglia dei mille euro.
Anche una sentenza della Corte di Cassazione vi mette in difficoltà, vero?
Sì, è quella del 2008 che, per i condomini in debito, ci obbliga a fare tanti decreti ingiuntivi per quanti sono i condomini morosi. In passato, veniva presentato un solo decreto all’amministratore e in caso di mancato pagamento si procedeva al pignoramento. Questa sentenza, per certi versi giusta, frammenta quindi il decreto ingiuntivo e ciò può portare ad anticipare spese legali più alte. Parte del nostro fatturato rimane quindi bloccato e quella percentuale destinata agli oneri contributivi rischia di diventare debito; un debito che le banche rifiutano di coprire con un prestito ancora per la mancanza del Durc.
Cosa chiedete per risollevare questa situazione?
Chiediamo che venga attuata quella semplificazione burocratica di cui si parla da tanto e chiediamo maggiori agevolazioni soprattutto per le imprese in difficoltà, in particolar modo riguardo la rateizzazione del debito, una possibilità data, paradossalmente, solo a quelle aziende che non hanno difficoltà ad essere in regola coi versamenti. 
 
Alessandro Chizzini