Il cieco Bartimeo, al sentire che c’era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: “Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!”. Molti lo sgridavano per farlo tacere ma egli gridava più forte: “Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!”.
In quest’ultima domenica di ottobre, mese missionario, ascoltiamo questa stupenda lezione del cieco di Gerico, il quale grida la propria fede in Gesù nonostante venga sgridato dalla folla che voleva azzittirlo. La cecità esteriore è segno di un’altra cecità del cuore e dell’anima. Lo si intuisce dall’attenzione e dal riguardo usati dal Maestro per questo povero che grida a lui chiamandolo figlio di Davide. Non è solo un’invocazione d’aiuto ma è proclamazione della fede. Papa Benedetto XVI ultimamente ha sottolineato che l’Europa ha taciuto e oscurato le proprie radici cristiane. Il contesto nel quale viviamo non ci fa trovare di fronte a gente che ci sgrida per farci tacere, ma c’è un clima di indifferenza e disinteresse alla fede cristiana, magari con aperture a religioni esoteriche.
Duemila anni di storia cristiana non possono essere dimenticati, perché al riguardo il Vangelo proclama uno strano presagio (“Se taceranno gli uomini, grideranno le pietre!”) ed in realtà basta percorrere le strade d’Italia e d’Europa per accorgersi che è proprio così. Io sono reduce da un percorso da pellegrino (più che da turista) in Spagna e Portogallo, e tutto ciò che è nell’elenco di opere d’arte è allo stesso tempo segno della fede delle generazioni che ci hanno preceduto. Tutto quello che oggi comunichiamo, con i sussidi dell’informatica e della telematica, nei secoli passati era scolpito nelle pietre, affrescato sulle pareti, dipinto sulle tele quasi fosse una “Bibbia aperta” per quanti non avevano possibilità di leggere e sapere intorno alla fede cristiana. Si tratta in definitiva di non vergognarsi di Cristo Gesù e del suo Vangelo, preoccupati piuttosto di comunicarlo in modo simpatico e convincente.
Frate Roberto Francavilla