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La guerra del buco

Il buco milionario di Palazzo dei Celestini continua a far discutere. La settimana scorsa un nuovo botta e risposta ha segnato la ripresa del dibattito nell’ente, con la mozione di sfiducia da parte del centrosinistra nei confronti dell’assessore al Bilancio, Silvano Macculi. 
Su quei 7 milioni di “residui fantasma” rischiano di consumarsi anche guerre fredde all’interno dei partiti: una di queste è quella nell’Udc e a rischiare di cadere, sotto i colpi del buco, ci sono anche i rapporti nel centrosinistra 
 
Sarà perché in gioco c’è molto più di un debito da 7 milioni di euro -si parla della validità stessa di un modello di Provincia sinora insuperato- fatto sta che il buco milionario di Palazzo dei Celestini continua a far discutere. La settimana scorsa un nuovo botta e risposta tra centrodestra e centrosinistra ha segnato la ripresa del dibattito nell’ente, una battaglia che non risparmia interrogazioni parlamentari e querele, colpi di teatro e polemiche. Ultima in ordine di tempo la mozione di sfiducia da parte del centrosinistra nei confronti dell’assessore al Bilancio, Silvano Macculi. 
Su quei 7 milioni di “residui fantasma” che la Provincia di Lecce ha per errore iscritto due volte nei suoi bilanci del 2001 e 2002 rischiano di consumarsi anche guerre fredde all’interno dei partiti. Una di queste è quella nell’Udc. Il partito di Pierferdinando Casini, capitanato in Provincia da Mario Pendinelli con la lista Patto per il Salento, ha infatti deciso di astenersi dal voto sull’aumento dell’Rc Auto, una scelta con cui l’amministrazione Gabellone ha deciso di ridare linfa alle casse dell’ente ma di cui ha sempre attribuito la colpa alle passate amministrazioni di centro sinistra. In primis a quella di Lorenzo Ria, oggi nell’Udc. Non è un segreto che l’ex presidente, oggi parlamentare, sia in una posizione critica nei confronti del partito di Casini, cui ha aderito un paio d’anni fa. In estate Ria ha infatti tenuto le sue conferenze stampa al fianco dei rappresentanti del Pd, da cui era stato invitato in virtù dei vecchi rapporti di Palazzo, mentre nessuno del suo partito ha detto una parola per difenderne l’operato. 
E a rischiare di cadere, sotto i colpi del buco, ci sono anche i rapporti nel centrosinistra. A mantenere alto il tono della polemica politica è infatti soprattutto il Pd, mentre gli altri gruppi di opposizione, socialisti compresi, hanno nicchiato parecchio. Un segnale non proprio rassicurante se si pensa che si avvicinano le elezioni. 
 
 

Macculi: “Devono ammettere l’errore” 

Muro contro muro. A Palazzo dei Celestini la querelle del buco da 7 milioni di euro in arrivo dai cosiddetti “residui attivi inconsistenti”, che l’ente ha scoperto di avere alcuni mesi fa, vede un continuo rimpallo di accuse e attacchi politici. Il Partito Democratico non ha intenzione di lasciare che la maggioranza di Antonio Gabellone cavalchi l’onda e intanto “accumuli un tesoretto” grazie all’aumento dell’Rc Auto. Dopo un’interrogazione firmata anche dalla parlamentare Pd Teresa Bellanova, l’onorevole Lorenzo Ria, ex presidente della Provincia, ha intanto querelato Silvano Macculi per le pesanti affermazioni sul suo operato. Ma l’assessore al Bilancio non ritratta su nulla e anzi aggiusta la mira. 
Assessore Macculi, Lorenzo Ria vi ha querelati e il centrosinistra vi accusa di aver cavalcato il problema del buco per nascondere i vostri problemi di gestione e poter aumentare le tasse indisturbati. 
Lorenzo Ria ci ha accusati di cose che non abbiamo mai detto. Noi non gli abbiamo mai rimproverato di avere truccato o manipolato i conti dell’ente, abbiamo sempre parlato di un errore tecnico durante la sua amministrazione e durante quella di Giovanni Pellegrino. Inizialmente attribuivamo l’errore sui residui inesistenti ai conteggi del Ministero dell’Interno. Poi, dopo una verifica puntuale avviata dai nostri uffici e il confronto con i funzionari romani, è venuto fuori che l’errore purtroppo lo avevano commesso gli uffici finanziari dell’ente provinciale a cavallo tra 2001 e 2002 e che quindi non c’era molto da fare se non rassegnarsi a non vedere quei soldi. Non vedo cosa ci sia di così offensivo in un’affermazione confortata dai fatti. 
Eppure in più di un’occasione avete accusato il centrosinistra di avere sperperato i soldi che non aveva. Avete anche prodotto un elenco di contributi che doveva spiegare che fine avessero fatto i soldi del buco. 
Purtroppo, dopo la verifica avviata con il Ministero, ci è stato comunicato che questi 7 milioni non arriveranno mai. I residui passivi erano stati iscritti due volte nella voce delle spettanze dell’ente. La prima il 25 novembre del 2011, la seconda il 31 dicembre del 2002. Negli anni successivi non si sono accorti dell’errore a hanno quindi speso quanto credevano di avere. Su come e dove quei soldi siano stati spesi è una questione secondaria, di fatto erano somme inesistenti. 
Il centrosinistra ha interrogato il Ministero per sapere come sono andate le cose, la risposta del sottosegretario Michelino Davico scagiona la Provincia: “L’errore era sul sito della Finanza Locale”. Poi però lo stesso Davico aggiunge che dai documenti in possesso dell’ente si poteva comunque capire come stavano le cose.
Loro si aggrappano alla risposta del sottosegretario ma in questi mesi, guarda caso, non l’hanno mai resa nota tutta intera, limitandosi a comunicare alla stampa il passaggio in cui Davico ammette l’errore di trascrizione e omettendo invece quello in cui si sottolinea che gli elementi per accorgersene c’erano tutti.
Nell’ultima conferenza il Pd ha parlato di questo passaggio, ma ha dato a lei la responsabilità di non essersi accorto nel buco. 
Loro ne hanno parlato solo perché hanno capito che eravamo in possesso del documento completo. Per evitare una figuraccia lo hanno poi interpretato a modo loro. Davico, nella nota, dice chiaramente che quegli errori potevano non essere commessi. Su questo servirebbe un po’ di onestà intellettuale. 
Anche voi però ve ne siete accorti tardi, questo dimostra che l’errore poteva sfuggire? 
Voglio ricordare che al momento del nostro insediamento la Provincia era sprovvista del dirigente ai servizi economico-finanziari, visto che Benvenuto Bisconti era uscito di scena dopo le note vicende giudiziarie e non era stato sostituito. Quando abbiamo nominato il dottor Pantaleo Isceri, che avviò un attento iter di verifica dei conti, nella sua relazione evidenziò anche questo errore. Ricordo ancora le slide in commissione Bilancio: la Provincia aveva ancora iscritti tra le sue spettanze ben 30 milioni di euro. Una cifra che, purtroppo, non corrispondeva alla realtà. 
Voi avete accusato le amministrazioni Ria e Pellegrino di avere approvato sei bilanci falsi consecutivi. Il Partito Democratico dice che si tratta di un’accusa gravissima e infamante. 
Nemmeno per sogno, noi abbiamo detto che l’errore ha comportato l’approvazione di conti consuntivi che hanno un risultato viziato, un errore che guarda caso pesa 7 milioni di euro. In merito a questo non abbiamo mai menzionato la volontà delle passate amministrazioni di coprire il problema. Quando abbiamo parlato di bilanci non veritieri, o se vogliamo falsi, è stato in relazione all’anno 2009. Io dichiarai apertamente, e lo feci in Consiglio provinciale, che nel bilancio di previsione dell’ente erano stati inseriti alcuni capitoli che non riportavano le vere voci di spesa. Penso alle utenze, per esempio. Solo in quel caso, a prescindere da chi lo avesse compilato, abbiamo parlato di voci fittizie.  
Il centrosinistra l’ha recentemente accusata di avere scoperto del buco mesi prima di comunicarlo ufficialmente, altrimenti avrebbe dovuto dichiarare il problema a maggio, prima di approvare il bilancio.
Falso, la lettera del Ministero è del 7 giugno 2011. Nel mese di maggio, quando approvammo il bilancio, cercavamo in tutti i modi di capire come stessero le cose ma credevamo che si trattasse di un errore del  Ministero e che quindi i soldi sarebbero comunque arrivati. 
Perché ne eravate così convinti?
Perché si era già presentata una situazione analoga su altre somme. Quando venne nominato Isceri noi presentammo al Ministero crediti arretrati per 21 milioni di euro ma da Roma ci risposero che erano solo una decina. Dalla nostra verifica, avviata punto per punto, è venuto fuori che invece ci spettavano altri 3 milioni di euro. Pensavamo che anche con i rimanenti 7 sarebbe andata così, invece avevano ragione loro. 
A quel punto avete attaccato duro e poi avete deciso di aumentare l’RcAuto, dando la colpa al centrosinistra.
Non si tratta di colpe. Sta di fatto che noi abbiamo ereditato una situazione difficilissima e che siamo tenuti a fronteggiarla coprendo quel buco per non finire sul lastrico. Abbiamo chiesto al territorio un sacrificio, ben consapevoli di cosa questo significasse in termini politici, soprattutto in un momento difficile come questo. Invece di appoggiarci, però, il Pd ha proseguito la sua battaglia solitaria. 
Cosa avrebbero dovuto fare?
Quello che hanno gli altri gruppi consiliari. Penso ai Socialisti, a Salento c’è, all’Udc e al Gruppo Misto che hanno appoggiato la proposta di emendare il bilancio di previsione approvato a maggio. Non era una scelta mia o del presidente, furono i gruppi consiliari sia di maggioranza che di minoranza a scegliere con responsabilità. Diversamente dagli altri, però, il Pd ha deciso di isolarsi e metterci i bastoni tra le ruote. 
Quando finirà questa querelle infinita?
Quando ammetteranno l’errore e la smetteranno di attaccarci con argomenti deboli. L’ultimo era la mozione sul mio operato. Non potendo presentare una mozione di sfiducia su un singolo assessore, come previsto dal regolamento che dimostrano di conoscere poco, hanno ripiegato su questo pallido tentativo di mettermi in cattiva luce. Mi pare che l’effetto sortito però sia stato esattamente l’opposto.
Tra quanto l’emergenza economica potrà dirsi superata, avete fatto delle previsioni?
Ovviamente si tratta di un traguardo difficile. Intanto ci lascino lavorare. Pensi che la nostra azione di risanamento ha già ridotto l’indebitamento dell’ente di 20 milioni di euro. Siamo passati da meno  205 milioni a meno 185. A questo abbiamo affiancato un’azione di sviluppo mirata alla realizzazione di opere pubbliche che ha già intercettato circa 150 milioni per investimenti a fondo perduto. Il che significa che per realizzare infrastrutture, strade, scuole, non saremo costretti ad accendere nuovi mutui e che l’ente potrà concentrarsi sul risanamento. 
 
Alessandra Lupo 
 
 

Il centrosinistra: “Macculi ha violato il principio di lealtà istituzionale”

 
Slealtà istituzionale, incapacità di mettere in atto una seria politica strutturale, strenua difesa delle precedenti amministrazioni provinciali; questi sono i tre principali aspetti con i quali il Pd salentino ha presentato al presidente della Provincia di Lecce Antonio Gabellone la mozione di sfiducia nei confronti dell’assessore al Bilancio Silvano Macculi. Una decisione presa soprattutto in riferimento al ben noto buco di 7 milioni di euro, per il quale l’ex sindaco di Botrugno ha fatto ricadere le responsabilità sulle amministrazioni di Ria e Pellegrino. 
Tra i principali fautori della mozione di sfiducia, il consigliere di minoranza del Pd, Cosimo Durante: “In seguito all’interrogazione presentata dagli onorevoli Ria e Bellanova, il Ministero dell’Interno ha comunicato come il disallineamento dei dati sia dovuto alla loro errata immissione sul sito della Direzione Centrale della Finanza Locale e che ciò ha indotto in errore l’amministrazione provinciale. Lo stesso Ministero informa inoltre che già da febbraio 2010, l’attuale governo locale era in possesso di tutte le informazioni corrette relative ai residui passivi. Macculi sarebbe potuto intervenire sul rendiconto 2009, che è invece è stato approvato a ottobre 2010, con 5 mesi di ritardo e conseguente censura della Corte dei Conti. Risulta evidente quindi l’atteggiamento strumentale e denigratorio dell’assessore Macculi, volto soltanto a far ricadere sulle precedenti amministrazioni di centrosinistra le responsabilità dei mancati trasferimenti erariali. Da tutto ciò si deduce una gravissima violazione del principio di lealtà istituzionale da parte dello stesso Macculi che ha fatto uso solo di informazioni non veritiere per screditare 15 anni di amministrazione provinciale di centrosinistra”. 
Parole dure quelle di Durante, alle quali fanno eco quelle del collega di partito, Alfonso Rampino: “Macculi accusa le nostre amministrazioni, soprattutto quella di Ria, di aver attuato una pessima politica finanziaria. Abbiamo rispettato gli obiettivi della finanza pubblica e il patto territoriale, siamo sempre stati giudicati positivamente dalle società di rating e presi come esempio a livello nazionale. In realtà è lui che ha commesso errori su più fronti. Riguardo i contratti di finanza derivata (Swap), Macculi li considerò delle voci a perdere, affermando che per ognuno di loro servivano per 4milioni di euro. Fu però il direttore di ragioneria Isceri a smentirlo, dichiarando, al contrario, un utile da questi derivanti di circa 7milioni. Noi stessi del Pd sollecitammo l’assessore alla fuoriuscita di questi contratti e così guadagnammo ulteriori 100mila euro. 
Rampino rincara la dose: “Strategia confusionaria anche nelle società partecipate, come Salento Energia e il Consorzio per l’Energia, prima chiuse e poi riesumate. Fallimento totale anche in merito alla politica di alienazione del patrimonio immobiliare; a suo parere, il cosiddetto leasing finanziario di ritorno era indispensabile per risollevare il bilancio provinciale, ma una specifica relazione dimostra che questa procedura non è mai iniziata. Adesso rischia anche di fallire l’entrata di risorse derivanti dalle alienazioni di circa 16milioni. L’assessore provinciale ha poi volutamente scambiato come debiti l’indebitamento derivante dalla contrazione dei mutui. Da ex sindaco, dovrebbe sapere che per interventi di lavori pubblici ci si rivolge alla Cassa Depositi e Prestiti. In questo caso si parla di indebitamento, non di debiti lasciati da un’ amministrazione all’altra. Silvano Macculi ha ricevuto un giudizio di sfiducia, che è il giudizio di tutta la comunità salentina”. 
 
Alessandro Chizzini