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Quei soldi che comprano i numerini (e svendono la dignità)

Lo scandalo delle file per l’esenzione ticket nella Asl di Lecce: tanta gente in coda già dal cuore della notte e costretti a offrire soldi in cambio di numeri di prenotazione 
 
Si può accettare di tutto. Ma questo proprio no. Federico è un anziano che vive a Lecce, lunedì mattina alle 7 è di fronte alla Asl per la pratica di esenzione dal ticket. Nulla. Non ce la fa. Troppe persone prima di lui. Martedì ci ritorna. Ma stavolta arriva per primo. Alle 2.30 della notte, seduto sugli scalini, al freddo. Quando arriviamo anche noi, alle 5.40 del mattino, la fila è già lunghissima. Ci dicono di dover lasciare il nostro nominativo ad un uomo che è sulle scale a compilare una lista. Lo facciamo. Siamo 52esimi. Si arriva massimo a cento. Ci guardiamo attorno e ci accorgiamo che ci sono soprattutto anziani. “È la settima volta che torno -ci dice una signora-, proprio non c’è storia, questo numero non riesco a prenderlo”. 
Alle 7.30 scocca l’ora X. Il vigilante inizia a distribuire i numeretti ufficiali. Lo dice chiaramente anche il cartello appeso sulle pareti: sarà lui a rilasciare i numeri di accesso per tutte le prestazioni,  a partire dal 13 settembre. Il problema è che l’assegnazione viene fatta, sicuramente in buona fede, sulla base di quella lista compilata al buio. Ed è qui che i conti non tornano. Scoppia il putiferio. Il clima è tesissimo. Una signora cardiopatica è lì dalle 4.30, era la seconda arrivata, è scivolata al 22esimo posto, inizia a piangere e a sentirsi male. Un’altra signora è in fila dalle 5. “Ma guarda questi farabutti- ci dice indignata- sono arrivati alle 7 e sono già stati chiamati”. 
Insomma, la confusione regna sovrana. Perché? È la cabala che si fa sulla pelle dei cittadini. Sulla pelle dei malati. E a confessarcelo è proprio chi, di notte, compila la lista e la passa al vigilante, sotto gli occhi della Asl. “Ora mi hanno chiesto se vendo il mio numeretto”, ci sogghigna il tizio a cui avevamo dato il nostro nominativo all’inizio. Sbarriamo gli occhi per lo stupore. “Ma le offrono qualcosa per risalire la lista?”, ci viene da chiedere. E lui: “Sì, lo hanno fatto. C’è chi si prenota il giorno prima per quello dopo ed è arrivato a darmi anche 10 euro”. Sbalordiamo. Al peggio non c’è mai limite. 
L’esasperazione porta i cittadini a offrire denaro pur di risalire la cima di quell’elenco. Oppure per acquistare il biglietto di un altro, magari di chi ne prende quattro o cinque alla volta. E c’è chi ci marcia su, spudoratamente. Approfittando del disagio che continua da mesi, foraggiato dall’inerzia della Asl. D’altronde, prima si era qui per l’esenzione ticket per le prestazioni specialistiche, ora per quella sui farmaci. Lo sportello è unico anche per il rilascio della tessera sanitaria e per comunicare la scelta o la revoca del medico. Appena tre ore dal lunedì al 
venerdì, un’altra ora il giovedì pomeriggio. Decisamente troppo poco. “Certo, non è facile smaltire 40mila pratiche accumulatisi tutte insieme con soli sei sportelli- cerca di giustificarsi il direttore del Distretto sociosanitario di Lecce, Rodolfo Rollo-. Solo  nelle scorse ore, dopo un mese, la Regione ha dato il via libera al nuovo progetto: per smaltire le file saranno attivati sportelli presso i Caf e i comuni, ma ne passerà di tempo, bisognerà sottoscrivere gli accordi, formare il personale, comunicare le password”. 
E nel frattempo? Nel frattempo è l’assurdità a prendere il sopravvento. E, per favore, non venite a dirci che altrove si fa così. 
 
Tiziana Colluto