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La chiesa di Sant’Andrea svela i suoi segreti

In occasione dei lavori di restauro, nella chiesa parrocchiale della frazione di Caprarica sono riemerse antiche sepolture con lo stemma dei conti della famiglia Del Balzo
 
Le nuove opere di restauro della chiesa madre dedicata a Sant’Andrea apostolo stanno riportando alla luce le antiche fondamenta di un altro tempio a navata unica, probabilmente del XIV secolo. È noto a tutti che l’attuale chiesa è stata realizzata tra gli anni 1705 e il 1710 sulle basi di una vecchia struttura in abbandono. Nel 1814 fu realizzato un prezioso pavimento a mosaico, frutto di maestranze locali. Tale opera però non ebbe lunga durata, tanto che nel 1876 fu distrutta e nello stesso anno fu eseguito un altro pavimento in marmi policromi, ma col passar del tempo fu anche rimosso più volte. 
Oggi la chiesa madre si presenta a croce latina ad una sola navata, con ai lati quattro altari. La sorpresa dei lavori di restauro giunge proprio dal pavimento con la restituzione di secoli di storia sconosciuti. Non dobbiamo dimenticare che Tricase nel passato faceva parte della contea di Alessano. Grazie ai recenti  interventi realizzati con perizia tecnica da parte degli operatori che si distinguono per professionalità eccellente, la chiesa sta riportando alla luce non solo i blocchi delle fondamenta dell’antica struttura religiosa, ma anche nove tombe funerarie, di cui sei probabilmente apparterrebbero alla famiglia Del Balzo dei Conti di Alessano.
Il merito dei lavori di restauro va attribuito al parroco don William Del Vecchio, che ha preso il posto dell’anziano parroco don Eugenio Licchetta. È stato il giovane sacerdote a dare impulso ai lavori e alla ricerca storico-artistica del pavimento della chiesa. Il progetto di restauro e di recupero è stato redatto dagli architetti Agnese Piscopiello e Francesco Pala con il nulla osta rilasciato dalla Diocesi di Ugento – Santa Maria di Leuca. Le opere si sono potute realizzare grazie al finanziamento erogato dalla Conferenza Episcopale Italiana, impegnata nella salvaguardia e valorizzazione dei beni culturali delle Diocesi. Il cantiere aperto all’inizio dell’estate scorsa è stato affidato all’impresa “Mastrotempo & Partner’s” di Alessano, sotto l’alta sorveglianza del direttore tecnico dei lavori, Mauro Ciardo, coadiuvato da Salvatore Musio, un  ricercatore storico di Tricase nonché autore di diversi testi sul territorio. 
All’avvio dei lavori, subito il pavimento della chiesa madre si è presentato a più strati in battuto di calce e gli interventi certosini degli operatori tecnici hanno fatto emergere sei celle funerarie risalenti alla fine del 1400, sigillate con lastre monolitiche di tufo su cui è scolpito lo stemma di Raimondello del Balzo, conte di Alessano, la cui famiglia ha amministrato il centro di Tricase per un secolo, sino ai primi anni del 1500. Le nuove tombe che sono venute alla luce fanno pensare al camposanto della stessa famiglia Del Balzo, che dimorava nell’antico castello di Caprarica, ubicato di fronte alla chiesa di Sant’Andrea. Uno studio ed una ricerca che sarà affidata agli esperti per vagliare questa tesi. Soddisfazione ed entusiasmo si respira tra la comunità per la nuova pagina di storia che sarà stampata, riscrivendo quanto finora si sapeva del conte alessanese Del Balzo che sposò la baronessa di Caprarica, Margherita De Amendolea.
 
Giovanni Nuzzo