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Elettrosmog: da Anci e Arpa un protocollo virtuoso per la salute dei cittadini

Accordo tra Comuni e Agenzia per l’ambiente per un sistema di monitoraggio gratuito dell’inquinamento elettromagnetico nei nostri territori
 
Parte dalla proposta degli ex consiglieri Franco De Vitis e Amedeo Falcone, accolta con favore dall’Amministrazione comunale di Ruffano, il rilancio di una serie di azioni per studiare i fenomeni che incidono sull’inquinamento ambientale e sulla salute pubblica. La prima tappa di tale percorso ha visto di recente l’applicazione di un protocollo d’intesa tra Agenzia Regionale Prevenzione e Protezione dell’Ambiente Puglia e Associazione Nazionale Comuni Italiani, che prevede l’installazione gratuita di centraline di monitoraggio dei campi elettromagnetici (o elettrosmog), in particolare su siti sensibili come le scuole. 
Il costante sviluppo di nuovi sistemi di telecomunicazione, i cui impianti raggiungono capillarmente tutto il territorio urbano, hanno sollevato non pochi dubbi circa la loro pericolosità. A ciò si aggiunga l’intensificazione della rete di trasmissione elettrica dovuta alla pressante richiesta di energia, nonché l’urbanizzazione di territori precedentemente disabitati e caratterizzati dalla presenza di elettrodotti o di emittenti radiotelevisive: ciò ha fatto nascere una serie di studi sui possibili effetti sulla salute, derivanti dalla permanenza prolungata in prossimità di tali installazioni. Questa moderna fonte di inquinamento rimane un nemico invisibile, presente ovunque, anche all’interno delle nostre abitazioni. 
L’ex consigliere De Vitis ha sottolineato come si sia “voluto porre l’attenzione su una tematica importante i cui rischi, soprattutto per la salute dei bambini, già da tempo sono stati messi in correlazione all’esposizione prolungata a campi elettromagnetici sia a bassa che ad alta frequenza. Il dibattito ha preso le mosse dall’accordo di installare nel comune di Ruffano due antenne per telefonia, su di una già preesistente. Misurare il grado di intensità delle emissioni, sfruttando gli strumenti normativi esistenti, può aiutare a capire come e dove è più opportuno collocare queste fonti di inquinamento perché siano meno dannose. Fortunatamente, i risultati del monitoraggio hanno evidenziato valori di campi elettromagnetici a radio-frequenza, che escludono possibili situazioni di pericolo”
Il fenomeno dell’elettrosmog è in continua fase di studio, ma esistono una serie di conoscenze consolidate, quali i mezzi per misurare l’intensità dei fenomeni elettromagnetici a bassissima frequenza nell’ambiente, i programmi di calcolo per valutare l’intensità del campo magnetico in molte situazioni tipiche di esposizione, nonché l’interazione tra il campo magnetico a bassissima frequenza e gli organismi biologici: ciò suggerisce un monitoraggio continuo, al di là della definitiva dimostrazione scientifica sulla pericolosità del fenomeno. Presso l’Unpisi Puglia, che raccoglie il personale ispettivo sanitario d’Italia, in accordo con Arpa Puglia, Asl di Lecce e Università di Bari, è in fase di progettazione una tavola rotonda per  interpretare i dati raccolti in tema di inquinamento elettromagnetico nel Salento e coniugare la diffusione delle sorgenti impattanti con la tutela del territorio.
 
La normativa vigente e il monitoraggio costante dei campi elettromagnetici 
 
La legge quadro di riferimento in materia è la 36/2001 e prevede per l’intensità dei campi un limite di esposizione (riguarda persone professionalmente non esposte, quindi il pubblico), un valore di attenzione che si applica agli ambienti residenziali e lavorativi adibiti a permanenze non inferiori a quattro ore giornaliere, infine si pone un obiettivo di qualità che  è un valore che dovrebbe essere raggiunto nel caso di nuove costruzioni. 
Le sorgenti di radiazioni non ionizzanti più rilevanti per quanto riguarda l’esposizione della popolazione provengono da attività umane (impianti fissi per tele-radiocomunicazione e impianti di produzione, trasformazione e trasporto di energia elettrica). Nell’ambito di questo fenomeno in crescita esponenziale, legato allo sviluppo tecnologico, l’Arpa svolge un’azione di controllo ed analisi dell’inquinamento elettromagnetico ai sensi della Legge Quadro 36/2001, della Legge Regionale n. 5/2002, del D.P.C.M.dell’8 luglio 2003 e del  Codice delle Comunicazioni del 1° agosto 2003. Inoltre, per tutelare la popolazione dall’esposizione ai campi elettromagnetici, l’Agenzia gestisce la Rete Pugliese ”Monitoraggio in continuo dei campi elettromagnetici a RF” prodotti dagli impianti fissi di tele-radiocomunicazione. 
Dal gennaio 2008 tutti i monitoraggi vengono georeferenziati e possono essere visualizzati sul sito dell’Agenzia, unitamente alle relazioni finali con gli esiti del monitoraggio. Infine, l’Agenzia è impegnata nella realizzazione del Catasto Regionale di tutte le sorgenti fisse di radiazioni non ionizzanti. È inoltre  attivo il Gruppo di Lavoro “NIR” (Non-Ionizing-Radiation). 
In materia di inquinamento elettromagnetico e monitoraggio, interviene il direttore Arpa di Lecce, ingegnere Roberto Bucci, il quale sottolinea l’importanza della costante collaborazione tra tutti gli attori pubblici e privati per poter lavorare sempre meglio: “La situazione dell’inquinamento elettromagnetico nella nostra regione ha seguito la tendenza crescente del Paese, soprattutto per il progressivo svilupparsi delle tecnologie nella telefonia. L’Arpa di Lecce ha il pieno controllo in materia di prevenzione e tutela ambientale in questo campo: non ci sono  infatti pratiche arretrate sia in fatto di pareri preventivi che di controlli sul territorio”.
 
M. Maddalena Bitonti