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Dopo le primarie spunta l’accordo a sorpresa con Io Sud

Grazie all’intervento dell’ex ministro Fitto, si profila all’orizzonte un riavvicinamento tra Paolo Perrone -che oltre 14mila preferenze hanno incoronato candidato sindaco per il centrodestra- e Adriana Poli Bortone  
 
Il popolo del centrodestra per la prima volta chiamato ad esprimersi (ancor prima di esprimersi per davvero) ha dato un segnale preciso. Netto ed inequivocabile. La politica “deve” partire dal basso, dalla base ed insieme a questa il rilancio di azioni condivise diventa la strada obbligata per il futuro. Primarie sì,  a Lecce, con la firma di 17mila e passa cittadini che domenica scorsa hanno affidato al sindaco uscente Paolo Perrone la possibilità di restare a combattere per davvero, stavolta alla difesa della poltrona principale di Palazzo Carafa.
Tra i tanti commenti di parte in casa centrodestra, su tutti vale quello di Saverio Congedo. “Le primarie di Lecce -ha dichiarato il consigliere regionale- rappresentano un evento storico dal quale non si può tornare indietro. Né si può negare che, se qualcuno avesse avuto dubbi sul gradimento della cittadinanza nei confronti del buon governo dell’amministrazione uscente, smentita più secca non poteva ricevere. È fin troppo evidente che le primarie si sono rivelate graditissime all’elettorato di centrodestra, più propenso a forme di democrazia diretta rispetto alle impostazioni più partitocratiche delle culture politiche di sinistra”.
L’ex ministro Raffaele Fitto ha intanto riservato a Paolo Perrone il regalo che non ti aspetti: l’accordo-boom con Io Sud ed Adriana Poli Bortone che di fatto, nell’immaginario collettivo ma anche nei rapporti di alleanza, rimanda le lancette della politica cittadina del centrodestra di almeno 6 anni indietro. Ovvero agli ultimi periodi di un “matrimonio” politico tra l’allora sindaca ed il suo delfino che insieme avevano governato sul bel regno di Lupiae. Anni luce fa, quando le ragnatele del filobus erano ancora sui progetti di carta. Ma c’è dell’altro, perché anche i finiani di Futuro e Libertà pare siano più che pronti a strizzare l’occhiolino a Perrone. Il che ricompatta un menage a trois a discapito e nonostante 5 anni (gli ultimi) di quasi veleni, separazioni in casa e malumori interni. Ma va da sé che la politica è anche questo: imprevedibilità ed imponderabilità come quando si batte un calcio di rigore e non sai mai dove il pallone andrà a finire.
Sono tante le news che le prime primarie del centrodestra hanno sussurrato a vice più o meno bassa. Innanzitutto da più parti si scrive che sulla carta elettorale l’esercito degli aspiranti votanti delle due sponde politiche hanno diversa consistenza numerica: 17.418 sono quelli chiamati alle piccole urne la scorsa settimana (7.814 sono invece coloro che si sono espressi pro Loredana Capone a fine gennaio scorso, sui lidi del centrosinistra). Se è vero che la matematica non è un’opinione, un’opinione su cotanta differenza dovrà pur contare.
Altro capitolo: la distribuzione delle preferenze interne al centrodestra. Paolo Perrone ha ricevuto il sì incondizionato di 14.335 suoi simpatizzanti, Paolo Pagliaro si è fermato a 2.402, mentre Gigi Rizzo ha ottenuto 403 voti. C’è chi insinua, rinvigorendo le polemiche del giorno dopo, che troppi primaristi siano stati chiamati al voto in modo “forzoso”, magari “pilotato”. Ma, ben lungi da esprimere verdetti basati sul nulla, resta comunque la considerazione che, ad oggi, la “bocciatura” dell’altro Paolo che voleva unificare il centrodestra potrebbe generare ricadute al costruendo cammino verso l’autonomia amministrativa di quel Salento che chiede di diventare Regione. 
 
Daniele Greco