Cerca

Una rete per il mare

Nei giorni scorsi oltre 100 scienziati si sono riuniti a Roma per il progetto “CoCoNet”, finalizzato alla tutela le aree marine protette e stabilire regole per gli impianti eolici off-shore. A coordinare i lavori Ferdinando Boero, docente dell’Università del Salento 
 
Tutelare il mare e produrre energia pulita. Sembra utopia, ma in realtà è l’obiettivo di oltre 100 ricercatori provenienti da 39 istituti di ricerca e 22 Stati, tra cui Egitto, Tunisia, Georgia, Ucraina, Russia, Israele, Turchia che il 27 e il 28 febbraio scorsi si sono riuniti a Roma per discutere del progetto “CoCoNet” (“Towards COast to COast NETworks of marine protected areas coupled with sea-based wind energy potential”). 
A coordinare i lavori Ferdinando Boero dell’Università del Salento, recentemente insignito del “Faculty member of the Year award”, per alcune pubblicazioni scientifiche nella sezione Ecologia nel campo della biologia e della ricerca medica. Boero lavora al progetto in collaborazione con Conisma, Consorzio nazionale interuniversitario per le scienze del mare e con l’Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ismar). L’idea è quella di far nascere queste reti di tutela marine nel Mediterraneo e nel mar Nero e seguendo l’esempio del nord Europa e valutando la possibilità di installare parchi eolici off-shore rispettosi dell’ambiente. 
Il progetto, finanziato dalla Commissione Europea con 11 milioni di euro, si inserisce all’interno del settimo programma quadro: “Il tentativo -spiega Boero- è capire se si può stendere questa rete di protezione su Mediterraneo e Mar Nero, creando reti di aree marine transnazionali: al suo interno devono esserci l’ecologia, l’economia, e la giurisprudenza affinché ci siano delle regole condivise tra gli Stati”. 
Nello specifico il progetto CoCoNet prevede il collegamento le aree marine protette già esistenti o potenziali nel Mediterraneo e nel Mar Nero, passando da una prospettiva locale (basata sulle singole aree marine), ad una regionale (reti di aree marine) e infine a tutto il bacino (una rete di reti). L’individuazione delle connessioni fisiche e biologiche tra aree marine protette chiarirà i percorsi e i processi della distribuzione della biodiversità. L’attuale tutela delle coste che le aree marine protette esistenti svolgono a livello nazionale verrà estesa agli habitat offshore e d’alto mare, integrandoli nel sistema di reti tramite l’esame della legislazione vigente, al fine di trovare delle soluzioni legali che permettano di costituire delle aree marine transfrontaliere. 
La politica di protezione dell’ambiente marino passerà così da una visione tipicamente nazionale a una visione internazionale. Non solo l’approvazione di linee guida e di una strategia operativa unitaria al centro dei lavori di CoCoNet, ma anche la questione dei parchi  eolici off-shore, come quello previsto al largo della marina di Tricase e bloccato tempestivamente dalla Regione Puglia. I siti dei parchi eolici dovranno evitare gli habitat sensibili e si prenderà in considerazione la possibilità che questi agiscano tra le aree marine, senza interferire troppo con le attività antropiche. Due progetti pilota (uno nel Mediterraneo e uno nel Mar Nero) testeranno sul campo ipotesi basate sulle conoscenze pregresse. Il consistente numero di scienziati garantirà coesione tra le comunità di molti paesi, coinvolgendo soprattutto  le popolazioni dei luoghi interessati.