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Zona avvelenata? No, grazie

DA CASTIGLIONE D’OTRANTO È PARTITA LA PETIZIONE PER DIRE BASTA A PESTICIDI E CONCIMI CHIMICI NELLE CAMPAGNE DEL SALENTO 

 

Presso l’orto “Curteddra”, dove è già in atto un interessante esperimento di riconversione in orti biologici di terre rimaste incolte per anni, ha preso il via domenica scorsa l’iniziativa a tutela della salute del territorio e dei suoi abitanti 

 

“No alla chimica. Vietiamo i pesticidi nel Salento”. È questo il nome della petizione che è stata presentata domenica scorsa presso l’orto “Curteddra” di Castiglione d’Otranto, con la quale si chiede il divieto di uso di fitofarmaci e concimi chimici nelle attività agricole salentine. Della petizione e dei suoi contenuti si è discusso durante la tavola rotonda “Zona avvelenata. Pesticidi e concimi chimici causano tumori?”, organizzata dall’associazione “Tullia e Gino – Casa delle Agricolture” e dal Comitato “Notte Verde” e a cui hanno partecipato l’oncologo Giuseppe Serravezza, presidente della sezione di Lecce della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, Giulio Sparascio, vicepresidente nazionale di Turismo Verde, e Roberto Guido, direttore del periodico QuiSalento. 

Secondo i proponenti della petizione (sia in veste cartacea che on line sul sito Petizionepubblica.it) fitofarmaci e concimi chimici consentono produzioni più veloci, ma a costo di alimenti di discutibile qualità; un tema questo molto delicato e che interessa direttamente il territorio salentino, tra le aree italiane maggiormente colpite dalla diffusione di neoplasie. È stato ormai dimostrato scientificamente che malattie come il Parkinson e i tumori che colpiscono cervello, mammella, prostata e polmone, sono strettamente correlati all’uso della chimica nelle attività agricole; un rischio che coinvolge sia produttori che consumatori. 

I dati parlano chiaro e il nostro territorio detiene il triste primato di abuso di fitofarmaci. Secondo l’Arpa, nel 2010 la Puglia ha utilizzato ben 155.555 quintali di concimi chimici, dietro solo a Veneto, Emilia-Romagna e Sicilia. Due anni fa, invece, nella sola provincia di Lecce ne sono stati impiegati 2.032.691 kg, il 15% in più rispetto al 2009, corrispondente ad un incremento di 392.175 kg, il doppio rispetto alla provincia di Taranto e più del quadruplo rispetto a Brindisi. 

Da Castiglione parte quindi questa battaglia a difesa della salute del territorio e dei suoi abitanti. Inoltre proprio nella frazione di Andrano è in corso da mesi l’esperimento collettivo di riconversione in orti biologici di terre rimaste incolte per anni, cedute dai proprietari in comodato d’uso gratuito ad un gruppo di giovani che le hanno portate a nuova vita; terreni coltivati con metodologie assolutamente biologiche e nei quali sono stati impiantati semi di cereali antichi e in via di estinzione e di particolari varietà di ortaggi come i pomodori Regina e quelli di Morciano. Tutto questo, per recuperare sementi, tecniche e cultura agricola che rischiava di andare perduta per sempre e per creare un nuovo circuito economico che abbia come base un’agricoltura senza veleni.

 

Alessandro Chizzini