Dopo anni di dimenticatoio, il cuore della frazione cambia volto con il nuovo arredo urbano per migliorare la qualità della vita cittadina e rendere più confortevole il centro storico
Torna a rivivere il comparto urbanistico del paese, grazie alla sistemazione del pavimento, fioriere in cemento, panchine, alberi d’ulivo e carrubi. Una piazza certamente più accogliente, funzionale e maggiormente integrata nel contesto urbano. Le opere di arredo realizzate
con fondi comunali, mirano a dare più decoro e nuova immagine urbanistica a tutta la frazione.
È veramente un colpo d’occhio ammirare il castello del 1548, finemente ristrutturato dalla nobile famiglia Winspeare, con le sue due torri quadrate ed il loggiato arricchito da balaustre in pietra con colonne scolpite e sormontate da statue, che si affaccia sulla vasta area pubblica. Ora, con il nuovo intervento di restyling, tutto il comparto urbano ha acquistato più valore. È stato sostituito il manto bituminoso per dare spazio ai basoli del marmo di Trani bucciardato a mano, per maggiore sicurezza ai pedoni ed un aspetto antichizzato. È stato rifatto anche l’impianto di illuminazione pubblica con la posa in opera di nuovi pali ornati da globi artistici e marciapiedi tirati a lucido. Aggiunte, infine, panchine e fioriere. “Il nostro progetto è rivolto soprattutto a riqualificare tutte le periferie di Tricase -spiega l’assessore ai Lavori pubblici, Giuseppe Cazzato– partendo dalla frazione di Depressa per poi proseguire negli altri centri e rioni”.
I lavori di ristrutturazione di piazza Castello hanno mirato quindi alla ridefinizione dello spazio urbano in armonia e in continuità con le scelte di carattere architettonico, ma servono anche a soddisfare le esigenze di funzionalità, pur pensate in un’ottica di coordinamento estetico del centro. “Con questo intervento -ha aggiunto la presidente del Consiglio comunale, Tina Ciardo- abbiamo raccordato meglio la piazza con la chiesa madre e il nostro sforzo punta a creare un’area di integrazione in tutto il territorio comunale. Se non vengono adottate scelte strutturali di un certo tipo, le periferie rimarranno sempre più abbandonate e lontane dal contesto sociale”. Al bando le polemiche, dicono gli amministratori comunali, per chi vuole rendere la piazza isola pedonale, chi più posti auto per parcheggiare, chi un marciapiede più ampio e c’è chi azzarda finanche un referendum. Ma è proprio necessario avere lo spirito di contraddizione?
Giovanni Nuzzo