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Vento contrario sull’eolico

Un manifesto affisso sui muri di Cursi, a firma del sindaco Santoro, che annuncia la prossima realizzazione di un mega parco eolico (composto da 14 torri alte circa 100 metri) nel territorio compreso tra Cursi, Bagnolo, Castrignano e Carpignano, ha scatenato le proteste di chi considera questo l’ennesimo “stupro territoriale”. E mentre la Nextwind, azienda firmataria del progetto, si difende dalle accuse degli ambientalisti, gli addetti ai lavori si interrogano su come conciliare la produzione di energia rinnovabile con la tutela dell’ambiente naturale 
 
Un nuovo progetto di eolico nel Salento, nell’hinterland magliese, tra Cursi e altri tre comuni. “Arrivano i barbari”, si grida in coro. Forse sì, col beneficio del dubbio. Del resto, la paura dei barbari ha sempre fatto breccia nelle incertezze degli uomini. Dunque, 14 torri eoliche di circa 100 metri di altezza e 3 megawatt di potenza: sono questi i numeri del progetto di Nextwind Srl, di cui si è appreso, dopo l’affissione sui muri del comune di Cursi su iniziativa del sindaco. Ma il progetto era del 2007. Altro giro, altro mistero: perché nel Salento, certe cose si conoscono sempre molto più in là? Scoppia il caso, l’ennesimo, perché se un tempo le energie rinnovabili erano una luce dentro un orizzonte obbligato, oggi sono viste come uno spauracchio. A prescindere. 
E così la presa di posizione netta arriva dagli associati di GenerAzione, che, con una lettera aperta al sindaco Edoardo Santoro, si sono detti contrari all’idea del mega parco di 14 pale eoliche. In realtà, sul territorio di Cursi ne ricadono solo 3, in una distribuzione a quattro comuni che vede Castrignano dei Greci raccogliere 7 torri, Bagnolo del Salento e Carpignano Salentino, rispettivamente 2. 
Per GenerAzione la notizia veicolata dai manifesti a firma del primo cittadino è stata “un fulmine a ciel sereno”, in quanto si andrebbe ad agire sulla “più bella delle aree della campagna del paese”, ricca di testimonianze della millenaria civiltà contadina, di menhir megalitici, ossia quella di Masseria Marrugo e Masseria Bianchi, dove confluiscono i feudi dei comuni vicini, alterandone il valore: uno “stupro territoriale”, insomma, “senza precedenti storici”, con un danno che si estenderebbe anche a tutti i comuni limitrofi. 
Come si legge sulla determina della Regione Puglia pubblicata sul Bollettino Ufficiale, del maxi impianto industriale ubicato in piena zona agricola di valorizzazione, i 14 aerogeneratori sarebbero visibili, nella “abominevole ipotesi di una loro costruzione, non solo dagli abitati di Castrignano dei Greci, Cursi, Bagnolo del Salento e Carpignano Salentino, che si condividono i basamenti delle torri, ma anche dagli abitati di Maglie, Corigliano d’Otranto, Melpignano, Soleto, Zollino, Martano, Cannole, Palmariggi, Giuggianello, Sanarica, Calimera e Melendugno”. 
La Regione ha sottoposto a Valutazione d’Impatto Ambientale l’impianto, dando ai cittadini 60 giorni di tempo per presentare osservazioni in merito: un ultimatum che coglie “impreparata” una città intera, sempre secondo GenerAzione. Nella lettera aperta, si fa riferimento alle possibili conseguenze dell’emissione di onde elettromagnetiche a bassa frequenza da parte degli alternatori e dei cavidotti, oltre che all’alterazione di un ecosistema fondamentale per molte specie di volatili protetti anche dalla normativa comunitaria. Gli ambientalisti, pertanto, hanno chiesto al sindaco di Cursi di essere coerente con quanto dichiarato in passato, impegnando la Regione a stralciare dall’ambito del progetto il territorio comunale così come quello di confine nel raggio di 500 metri, sollecitando l’intervento della Soprintendenza per l’apposizione dei vincoli paesaggistici necessari a scongiurare la realizzazione del progetto. Ulteriore e definitivo passaggio sarebbe la proposta all’assessore regionale al Territorio, Angela Barbanente, di realizzare un ecomuseo, da inserire nel Piano paesaggistico territoriale della Regione Puglia.
Fin qui la cronaca. Poi ci sono i pensieri, che servono a capire se sia giustificato o meno questo allarme generale e se il disagio paventato sia reale. Dubbi nel cuore del Salento, che restano irrisolti, ma che necessitano di risposte urgenti e chiare. 
 
Mauro Bortone