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Vento contrario sulla “Collina dei fanciulli e delle ninfe”

Il Tribunale civile di Lecce scrive l’ultimo capitolo sul progetto di 20 torri eoliche a Giuggianello, confermando il sequestro alla società Maestrale Green Energy chiesto da Wind Service 

 

Dopo anni di vicende giudiziarie e proteste da parte delle associazioni ambientaliste, l’8 maggio scorso la sezione commerciale del Tribunale di Lecce ha posto sul caso del parco eolico a Giuggianello l’ultimo tassello, sequestrando in modo definitivo le quote societarie e i beni mobili sino alla concorrenza di 4 milioni e 500mila euro alla Maestrale Green Energy. I termini sono inequivocabili quando si definisce la condotta dell’azienda incaricata dalla Wind Service -titolare del progetto- come “gravemente omissiva” e “truffaldina” parlando di “una macchinazione ordita per boicottare la nascita del parco”. Dal Tribunale di Lecce è stata così accolta l’istanza di operatori privati, rappresentati dal legale Luigi Quinto, in cui viene contestato alla grande azienda di impianti eolici, situati in gran parte nel Sud, il mancato rispetto di impegni contrattuali nella realizzazione del parco eolico. 

Nella lunga vicenda giudiziaria, il Consiglio di Stato nel 2011 si pronunciò con una sentenza che ha penalizzato gli ambientalisti e promosso gli imprenditori: “A prescindere dal fatto che tali miti e leggende non risultano essere stati individuati da un provvedimento legislativo, non si vede come l’impianto degli aerogeneratori possa interferire su tale patrimonio culturale”, si legge nella sentenza, ponendo una pietra tombale sulla possibilità di proteggere l’area ricca di monumenti megalitici. La Wind Service ha proceduto così alla vendita dell’autorizzazione al colosso milanese dell’energia rinnovabile, che però non ha rispettato i vincoli contrattuali e ha dato l’avvio del contenzioso giudiziario. Il patrimonio sequestrato è pari alla cifra che la Maestrale Green Energy avrebbe dovuto pagare alla Wind Service che ora potrà scegliere se fare un nuovo accordo con la Maestrale per revocare il sequestro, oppure vendere l’autorizzazione a un altro grande gruppo dell’energia, oppure realizzarlo direttamente in prima persona. 

Intanto il progetto, che prevede 20 torri dell’altezza di 125 metri ognuna, sembra avere tutte le carte in tavola per essere realizzato davvero, poiché non ci sono attualmente vincoli paesaggistici o discussioni sulla sostenibilità ambientale in uno dei luoghi di fatto più magici della Puglia, ricco di importanti monumenti di pietra. Se da una parte l’uso di energie rinnovabili è sempre più voluto e seguito dalla popolazione che preferisce dismettere l’uso dei combustili fossili, dall’altra risulta contraddittorio costruire le torri eoliche che producono energia pulita in un sito naturale definito dagli studiosi e dalla stampa nazionale come la “Stonehenge d’Italia”, senza valutare ogni possibile alternativa. 

Oriana Rausa