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Una domenica di trekking in difesa del Ciolo

Il 23 febbraio i rappresentanti di associazioni sportive e ambientaliste parteciperanno ad un evento per protestare contro l’installazione delle reti paramassi sulla falesia del Ciolo 

 

Una giornata di trekking da trascorrere insieme per ammirare la bellezza di uno dei luoghi più belli del Salento e capire quanto sia importante proteggerlo e tutelarlo. Appuntamento domenica 23 febbraio con “Una giornata al Ciolo”, manifestazione voluta e organizzata da numerose associazioni sportive e ambientaliste (tra cui Salento Verticale, il Gruppo Speleologico Leccese ‘Ndronico e Legambiente) e tanti cittadini. Lo scopo di questa giornata, però, sarà soprattutto quello di manifestare la propria contrarietà all’installazione di reti paramassi proprio sulla falesia del Ciolo, come previsto da un progetto approvato dal Comune di Gagliano del Capo. 

La giornata di trekking partirà alle 10 dal Ponte Ciolo, per risalire il canyon e percorrere il sentiero alto delle Prazziche e successivamente  il sentiero delle Cipolliane. Dopo circa due ore e mezza di cammino è previsto il rientro al ponte. Durante il trekking, l’ingegnere Antonio Morciano, sindaco di Tiggiano e presidente del Comitato Ambiente di Salento Verticale, illustrerà i progetti di messa in sicurezza che prevedono l’installazione di reti paramassi, ma soprattutto spiegherà ai partecipanti perché non si dovrebbe procedere con questo tipo di interventi e indicherà altre soluzioni alternative. 

Le reti dovrebbero servire ad eventuale una eventuale caduta di roccia, ma secondo gli ambientalisti si tratta di una soluzione che non farebbe altro che deturpare l’intero paesaggio dell’area; utili, invece -secondo coloro che contestano il progetto- potrebbero invece essere i disgaggi (tecniche che prevedono l’utilizzo di alcune leve metalliche o in legno che agiscono sulle fenditure della roccia) o le sarciture (la chiusura delle fessure nelle rocce mediante resine speciali).

Oltre però a soluzioni tecniche, ne esisterebbe un’altra più direttamente legata proprio alla passione e all’amore per la natura: l’attività di climbing, conosciuta anche come arrampicata sportiva, che rappresenta una delle principali attività promosse dall’associazione Salento Verticale. Il presidente Davide Schiattarelli spiega come questa attività prevenga e salvaguardi il canyon del Ciolo: “Con le arrampicate, i climber si trovano nelle condizioni ideali per monitorare da vicino la roccia, rimuovendo o consolidando le parti instabili, oltre a garantirne anche la pulizia. Gli arrampicatori sono coloro che meglio conoscono il Ciolo e che con la loro attività compiono la quasi totalità delle operazioni di tutela dell’area. Insieme all’ente Parco Otranto-Leuca, poi, noi climber abbiamo tracciato un itinerario che comprende quelle piccole parti di roccia che potrebbero essere rimosse”. Scarpe da trekking e pranzo al sacco; domenica 23 febbraio il Ciolo è pronto ad accogliere i salentini con tutta la sua maestosa bellezza.

 

Un progetto contestato da più parti

 

Il progetto esecutivo per la messa in sicurezza del versante roccioso in località Ciolo risale al 23 febbraio 2010 ed è stato finanziato con i fondi PO FESR 2007-2013 per una somma iniziale di 500mila euro, a cui poi successivamente si è aggiunto un ulteriore milione di euro. Il programma prevede la posa in opera di una rete in funi di acciaio ad elevata resistenza dall’alto verso il basso; la sommità e l’estremità laterale del telo dovranno essere solidamente assicurati al terreno per il mezzo di ancoraggi in barra rigida. Come ha ricordato in passato il sindaco di Gagliano del Capo, Antonio Buccarello, l’opera rispetta i valori paesaggistici e ambientali, tanto è vero che ha rispettato le previsione del Piano di Assetto Idrogeologico e ha ottenuto il parere di conformità dell’Autorità di Bacino della Puglia.

Nonostante questo, però, il progetto ha trovato l’opposizione non solo degli ambientalisti, ma anche del Parco Otranto-Leuca, che non vede nelle reti una soluzione priva di rischi per la roccia. Dello stesso parere anche l’ingegnere Ippazio Morciano, sindaco di Tiggiano, secondo il quale l’opera rappresenta “un nuovo spreco di denaro pubblico che danneggia l’ambiente piuttosto che migliorarlo”. Lo stesso Morciano ha inoltre contestato negli scorsi mesi alcuni aspetti del progetto, come la decisa contrarietà dell’ente parco e l’assenza dell’analisi del rischio (soprattutto riguardo le frane). Al fianco di cittadini e ambientalisti, anche il Pd di Gagliano del Capo, che rappresenta l’opposizione in Consiglio comunale. E la questione resta ancora apertissima.

 

Alessandro Chizzini