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Un voto per la vita

“Quale solidarietà sociale è possibile se si rifiuta o si sopprime la vita, specialmente la più debole?”: è questa la domanda posta dal presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, all’approssimarsi della consultazione elettorale. 

“Rispetto della vita umana, dal concepimento fino alla morte naturale; tutela e sostegno della famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna; diritto di libertà religiosa, libertà della cultura e dell’educazione; diritto al lavoro e alla casa; accoglienza degli immigrati, rispettosa delle leggi e volta a favorire l’integrazione; promozione della giustizia e della pace; salvaguardia del creato”: questi sono, secondo i vescovi italiani, i temi etici ‘non negoziabili’ di cui ogni elettore dovrebbe tener conto al momento del voto.
E, consultando i programmi dei candidati alla presidenza della Regione, abbiamo messo a fuoco quattro temi “caldi”: sanità, lavoro, energia e sviluppo del territorio 
 
In un clima arroventato dai dibattiti elettorali, le dichiarazioni di un eminente prelato quale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, hanno alimentato accese discussioni, portando ciascun candidato e ciascun elettore a dissociarsi o a condividere le tesi esposte. Al di là delle polemiche più o meno interessate, le parole di monsignor Angelo Bagnasco, riportanti l’auspicio verso una politica capace di affrontare i principali temi etici della nostra società, meritano una seria riflessione. Innanzitutto, non è superfluo ribadire che sta alla libertà di coscienza e di pensiero propria di ciascun cittadino prendere posizione rispetto a tematiche quali l’aborto, il ruolo della religione nello Stato, l’integrazione sociale e razziale. Di fronte a questi argomenti la Chiesa esprime un parere che, seppur autorevole e legittimo, rispecchia di fatto le opinioni di una parte della comunità nazionale. Non per questo, tuttavia, si può sminuire il valore delle parole di Bagnasco, riducendole ad una semplice espressione di parte. Guardandoli nel loro senso più generale, i concetti enunciati dal presidente della Cei rappresentano di fatto un invito rivolto alla classe politica affinché, attraverso la propria azione, “renda onore all’uomo”. E come si può rendere onore all’uomo, se non affrontando i veri problemi che lo attanagliano? 
Per troppo tempo la politica italiana ha avuto un carattere autoreferenziale, allontanandosi così dal cittadino e dai suoi reali bisogni. Il discredito gettato su alcune istituzioni, la debolezza di altre, l’incapacità cronica di riformare un paese da anni fermo, sono solo alcune delle patologie che affliggono la nostra nazione, rendendola incapace di intervenire su tematiche fondamentali, quali 
quelle etiche. Nelle elezioni degli ultimi vent’anni si è potuta riscontrare una crescente perdita di fiducia degli italiani nella politica, considerata spesso lontana dai veri problemi della società. L’invito di Bagnasco dunque, più che agli elettori è diretto agli eletti: devono essere gli stessi politici a recuperare il senso della propria missione, affrontando con coraggio temi concreti e spesso scomodi. A noi salentini, dunque, non rimane che rivolgere il medesimo appello ai diversi candidati che si contendono il seggio regionale. 
Siamo infatti alle ultime battute di una campagna elettorale che ha visto i quattro protagonisti per la carica di Governatore della Puglia non risparmiarsi un minuto. Il centrosinistra si è compattato intorno al presidente uscente Nichi Vendola che punterà a dimostrare il progresso della Regione negli ultimi cinque anni. A insidiarlo il capogruppo  dell’opposizione in Consiglio regionale, Rocco Palese, esperto conoscitore delle dinamiche amministrative di Viale Capruzzi e primo accusatore del fallimento di Vendola nell’ultimo mandato. Terzo incomodo, Adriana Poli Bortone, scelta da Pierferdinando Casini per dare ai pugliesi un nome slegato dalle grandi coalizioni e che in passato ha saputo ottenere indubbi consensi. Il quarto candidato, il precario Michele Rizzi, di Alternativa Comunista è il candidato più anticonformista e critico, proposto da un partito che propugna azioni incisive in chiave anticapitalista. 
Belpaese ha interrogato i candidati su quattro temi: sanità, lavoro, energia e ambiente, sviluppo del territorio, cruciali per il futuro della Puglia da oggi  fino al 2015. Lasciamo dunque ai lettori la possibilità di farsi un’idea attraverso le risposte inviate.