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Un salentino da Papa Benedetto in nome della Messa in latino

Il magistrato Giuseppe Capoccia, delegato generale del Coetus Internationalis Summorum Pontificum, è stato ricevuto da Benedetto XVI, il quale ha elogiato il gruppo di fedeli che manifestano il desiderio di celebrare la Messa secondo il Rito antico 

 

Nelle scorse settimane il delegato generale del Coetus Internationalis Summorum Pontificum, il magistrato salentino Giuseppe Capoccia (a destra nella foto, accanto a Benedetto XVI), è stato ricevuto dal Papa emerito Benedetto XVI, in un incontro denso di emozione e di profonda gratitudine che, ancora una volta, ha confermato la bontà del cammino delle comunità di fedeli legate alla liturgia tradizionale, la pienezza della comunione con la Chiesa cattolica e la libertà concessa a quei sacerdoti e ai gruppi di fedeli che manifestano il desiderio di celebrare la Messa secondo il Rito antico.

Papa Benedetto si è mostrato sorpreso e felice che i gruppi non siano formati soltanto da anziani legati per motivi affettivi e da “nostalgia” liturgica al vecchio rito, ma che proprio una generazione di ragazzi e giovani sta crescendo in seno ai gruppi tradizionali, per dare nuovi frutti e nuove energie non solo ad un numero limitato di persone, ma a tutta la Chiesa, in favore della quale si rendono disponibili “i tesori della liturgia”. Sono infatti i giovani, tanti giovani, la sorprendente novità che la liberalizzazione della Messa in rito antico ha portato, Ed il regnante Pontefice, Papa Francesco, in piena continuità con Papa Benedetto, ha più volte manifestato il suo compiacimento per queste realtà liturgiche, che non costituiscono gruppi autoreferenziali, ma provengono dalla realtà delle Parrocchie, dei gruppi di preghiera, dei movimenti laicali, costituendo quel lievito, quel sale di cui la Chiesa ha costantemente bisogno per affrontare le trasformazioni della società e le sfide della modernità, indifferente, spesso ostile alle proposte di vita cristiana. 

Capoccia, a distanza di qualche settimana, qual è a suo avviso l’aspetto primario di questo memorabile incontro? 

Essere ricevuto in udienza privata da Papa Benedetto XVI, il Papa del Summorum Pontificum, non può essere confinato ad  episodio personale ancorché indelebile ed emozionante: è la conferma di una scelta coraggiosa, il riconoscimento di una felice intuizione. Papa Benedetto ha preferito  ricevere i laici, perché a loro ha affidato la diffusione della liturgia antica; è tutt’altro che “moda del passato”: è l’eterna giovinezza della liturgia di sempre, baluardo perenne della lex credendi, più che mai in questo momento di grande confusione. 

Quale, dunque, il significato dell’imminente pellegrinaggio in San Pietro, giunto ormai al terzo anno consecutivo?

Papa Benedetto sorrideva soddisfatto mentre gli illustravo il programma del pellegrinaggio che si svolgerà il prossimo fine settimana a Roma e Norcia, e che avrà il momento centrale nel solenne pontificale in San Pietro, all’altare della Cattedra, sabato 25: si è compiaciuto della ricchezza degli appuntamenti ed ha apprezzato la partecipazione di tre grandi cardinali che celebreranno le Sante Messe: il 24 alla Trinità dei Pellegrini, George Pell, prefetto della Segreteria per l’Economia della Santa Sede; il 25 in San Pietro, Raymond Leo Burke, prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica; il 26 a Norcia nel monastero benedettino, Walter Brandmuller, già presidente del Pontificio Comitato di Scienze Storiche. Ci ha confortati ed incoraggiati, ripetendo più volte: “Bene, andate avanti così!”; e devo dire che, con tranquilla costanza, il movimento tradizionale si sta espandendo in ogni parte del mondo: basta visitare la pagina Facebook “Populus Summorum Pontificum” per vedere immagini di Sante Messe tradizionali dall’Africa, alle Americhe, all’Asia oltre che dei tantissimi luoghi in Europa! 

Se passiamo dall’orizzonte mondiale a quello pugliese, qual è la situazione odierna?

Inutile negare che in Puglia persistono diffusi atteggiamenti ostili, sebbene io non abbia mai ottenuto risposta ogni volta che ne abbia chiesto le ragioni: d’altro canto -è notizia pubblica- taluni vescovi pugliesi sono stati gli unici al mondo che per ben due volte hanno chiesto a Papa Francesco di abrogare il Summorum Pontificum, ricevendo entrambe le volte un netto rifiuto! Pur costretti in una condizione di quasi clandestinità (sebbene il Summorum Pontificum sia legge universale della Chiesa) i centri di Messa antica crescono e si diffondono; Barletta, Bari, Monopoli, Taranto, Lecce ed altri ancora sui quali mantengo il riserbo per salvaguardare sacerdoti e fedeli che tra tante difficoltà mantengono la celebrazione della Messa di sempre, quella di tutti i Santi, da San Francesco d’Assisi a San Pio da Pietrelcina: di quali altre conferme avremmo dunque bisogno?