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Tap, approdo insicuro

Il mega gasdotto che dalla Grecia dovrebbe giungere in Italia proprio a San Foca è considerato dal Governo un’opera strategica, da realizzarsi però con il coinvolgimento delle popolazioni e degli enti locali interessati. E, oltre alla battaglia portata avanti dal Comitato No Tap, i Comuni di Vernole e Melendugno si sono ora schierati apertamente contro un progetto che mette a rischio un territorio a vocazione turistica 
 
Tap, ovvero Trans Adriatic Pipeline. Se ne parla da oltre due anni: un mega gasdotto 791 chilometri e da 20 miliardi di metri cubi all’anno di portata che, nelle intenzioni del nostro Governo, dovrebbe affrancare l’Italia dalla dipendenza energetica dall’ex Unione Sovietica. Potrebbe essere dunque la soluzione a tutti i nostri mali, se non fosse che l’approdo del gasdotto in Italia, secondo il progetto che è stato già approvato nei mesi scorsi dal Governo, è previsto a San Foca, precisamente in località San Basilio, una zona a vocazione nettamente turistica.
La questione, che ci riguarda da vicino, è proprio questa: perché l’approdo a San Foca e non in un altro luogo, magari a vocazione industriale, come l’area di Brindisi? Peraltro, la sede della rete gas nazionale (Snam) si trova proprio nel suo territorio, precisamente a Mesagne, e questo comporterebbe dover realizzare circa 70 km di scavi attraverso le due provincie: nello specifico, in provincia di Lecce, i lavori interesserebbero, oltre a Melendugno, i comuni di Vernole, Strudà, Merine, Lecce, Surbo, Trepuzzi e Campi Salentina; nella provincia di Brindisi, San Donaci e Mesagne. Le ragioni della scelta di San Foca rispetto a Brindisi, secondo il biologo marino Ferdinando Boero, risiedono nell’assenza di alga posidonia nel fondo del mare, il che renderebbe molto più facile la realizzazione dell’infrastruttura. Una motivazione che però molti contestano, visti i rischi per l’ambiente naturale. 
Peraltro dal Governo hanno fatto sapere proprio in questi giorni che lo studio di impatto ambientale è in fase di revisione, in particolare per l’ubicazione e le dimensioni del terminale di ricezione, ed entro settembre verrà presentato al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare. Nel frattempo lo stesso Governo intende acquisire il parere definitivo degli enti locali e degli abitanti interessati dall’infrastruttura; una volta emanato il decreto di pronuncia di compatibilità ambientale, il Ministero dello Sviluppo economico convocherà le riunioni della Conferenza dei servizi alla quale saranno invitati a partecipare tutti gli enti locali interessati. Le autorizzazioni alla costruzione del gasdotto saranno poi emanate dal Ministero dello Sviluppo economico di intesa con la Regione Puglia.
Ma il punto ora è proprio questo: gli abitanti e le Amministrazioni comunali di Vernole e Melendugno sono assolutamente contrari, se non al progetto in sé, all’approdo a San Foca. E questo complica molto le cose.