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Tanti i turisti, ma pochi i bagni

Protestano gli esercenti del centro storico di Lecce contro le file ai bagni dei loro negozi
 
Ogni cosa, si sa, ha il suo rovescio della medaglia. E così, se il boom di turisti di quest’anno a Lecce fa invidia alle più rinomate località del Bel Paese, dall’altro lato fa storcere il naso a chi sole, mare, vento e barocco vuole continuare a goderseli tutti per sé. Ma l’affluenza massiccia di turisti porta anche piccoli problemi secondari che sembrano risultare alquanto fastidiosi per i cittadini: uno su tutti, la “pipì”. Perché tutti coloro che non risiedono in città, ma che vi passano svariate ore al giorno in giro per il centro (alias i turisti), tra un chiesa barocca e l’altra ogni tanto si trovano a dover espletare le loro necessità fisiologiche. E qui sorgono i problemi, in particolare nel capoluogo salentino, dove gli esercenti del centro hanno iniziato a protestare contro le code davanti ai bagni dei loro negozi.
Il turista a cui scappa la pipì può essere suddiviso in più categorie: c’è il turista “cafone”, che non si vergogna di farla dietro il primo angoletto nascosto della città (e per fortuna, almeno di giorno, costituisce una minoranza), c’è il turista “informato”, che con cartina alla mano decide di farsi anche diversi chilometri pur di raggiungere il primo servizio pubblico attrezzato della città (che a Lecce è al momento uno solo, in piazza Sant’Oronzo), e infine c’è il turista medio (la maggioranza), che chiede di entrare nel bagno del primo bar o negozio che trova sulla strada. È proprio quest’ultima categoria che causa problemi, perché se poi il turista medio è anche tirchio, ovvero se pretende di usufruire del bagno senza neanche consumare, fa andare su tutte le furie il negoziante di turno.
“Entrano e fanno la fila al bagno, senza neanche chiedere permesso o consumare” ammonisce G.M. proprietario di un noto bar del centro città, stanco dell’andirivieni di “scrocconi” della toilette. Ma il problema non riguarda solo bar e ristoranti, mete privilegiate per le richieste fisiologiche. Lo fa notare F. D. M., titolare di una copisteria in via Palmieri: “La cosa è un po’ strana, ma da qualche anno entra gente solo per chiedermi di andare al bagno, e sinceramente mi crea un po’ di imbarazzo”. A placare le polemiche ci ha pensato il sindaco Perrone, che ha garantito altri due bagni pubblici entro il 2011.
 
Giorgio De Matteis