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Salento: il sole, il mare, il vento. E i veleni

Dopo la diffusione delle rivelazioni dei pentiti Schiavone e Galati è grande la preoccupazione per i rischi per la salute nel nostro territorio 

 

“La zona del Sud, fino alle Puglie, era tutta infettata da rifiuti tossici proveniente da tutta Europa e non solo dall’Italia. Succedeva nel Salento, ma sentivo parlare anche delle province di Bari e Foggia”. È il 7 ottobre 1997 quando il pentito Carmine Schiavone ha rilasciato questa dichiarazione alla commissione parlamentare antimafia. Il verbale di quell’incontro è stato reso pubblico solo una settimana fa. E non è affatto passato sotto silenzio. Tutt’altro. Sono in molti, dagli amministratori locali alle associazioni ai singoli cittadini, dopo aver ascoltato quelle parole a chiedersi quanto siano vere quelle dinamiche descritte da Schiavone, un “esperto” in materia di attività criminali come lo smaltimento illecito di rifiuti. 

Ci si chiede, ormai da giorni, cosa ci sia sotto la terra salentina e le sue discariche, quelle ufficiali e quelle invisibili. I riferimenti corrono a Burgesi (nella foto), la discarica di Ugento in cui, come raccontano le cronache dal 2009, negli anni passati sarebbero stati interrati 50mila metri cubi di rifiuti industriali provenienti da Campania e Piemonte. 

Le dichiarazioni di Schiavone che abbiamo letto nei giorni scorsi seguono quelle di un altro boss della malavita meridionale degli anni ‘90. Stavolta a parlare (ben prima che venissero rese note le parole del camorrista campano) è il pentito salentino Silvano Galati, ex esponente di spicco della Sacra Corona Unita. L’uomo, originario di Supersano, grazie alle sue dichiarazioni ha fatto sì che gli inquirenti scoprissero un vero e proprio “cimitero di rifiuti” nelle campagne attorno a Casarano. 

I grossi problemi che il Salento si trova di fronte sono quindi molteplici, e vanno dall’ambiente alla legalità alla salute. E, a proposito di salute, è da registrare l’intervento dell’oncologo Giuseppe Serravezza, che a proposito di questa vicenda ha dichiarato nei giorni scorsi: “Ci aspettiamo che anche su questo problema partano indagini serie e che venga fatta luce, in particolare, su quello che per noi rappresenta una situazione di grande preoccupazione, ossia il grave sospetto di una enorme quantità di rifiuti speciali sotterrati nei terreni, che aggraverebbe senza dubbio il rischio di ammalarsi di tumore per tutti i cittadini”. 

 

“Subito una task force regionale per indagare sui siti pericolosi”

 

Le dichiarazioni di Schiavone scatenano le reazioni della politica. Per il deputato di Sel Nicola Fratoianni le parole del pentito “inquietano e preoccupano perché, se vere, raccontano di un’ecomafia che avrebbe messo in serio pericolo la vita di tante comunità pugliesi. Ho presentato un’interrogazione urgente al Ministro degli Interni, al Ministro della Giustizia e al Ministro dell’Ambiente per fare luce sui siti utilizzati per lo smaltimento, da Foggia al Salento”. 

Il presidente del gruppo regionale Udc Salvatore Negro chiede invece che “il Governo regionale metta in atto, attraverso una task force composta dagli esperti dell’Assessorato all’Ambiente, dell’Arpa e dell’Asl, tutte le necessarie azioni per trovare riscontri in quelle dichiarazioni, verificare se esistano discariche abusive e individuare i possibili pericoli per la salute”. Chiama in causa la Regione Puglia anche Saverio Congedo, vicepresidente vicario del gruppo Pdl a viale Capruzzi: “È necessario che gli uffici dell’Assessorato alla Salute e quelli dell’Arpa e dell’Asl regionale facciano una verifica di carattere tecnico, ambientale e sanitario per sgombrare il campo da ogni possibile dubbio in merito alla presenza o meno sul territorio provinciale di siti in cui in passato sono stati riversati abusivamente rifiuti tossici”. 

Promette battaglia anche Paolo Pagliaro, presidente del Movimento Regione Salento: “Andremo fino in fondo a costo di dover scavare nelle campagne e sotto le case e invitiamo la Prefettura a convocare una commissione di coordinamento provinciale. Accanto alle indagini della magistratura, occorrono quelle di Prefettura, Asl, Provincia, Comuni e Arpa. Ma soprattutto quelle della Regione Puglia”. 

 

Stefano Manca