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“Confido nell’affido”

L’Associazione Nazionale Famiglie Adottive e Affidatarie in provincia di Lecce compie dieci anni: un lavoro instancabile di consulenza e assistenza nei confronti di minori e famiglie sulle tematiche dell’adozione e dell’affido. E proprio in merito alla pratica dell’affidamento familiare abbiamo raccolto la testimonianza di chi quotidianamente opera per garantire a minorenni in difficoltà il necessario sostegno affettivo, educativo e scolastico 

 

Adozione e affido familiare: due istituti fondamentali, oggi più che mai, per garantire un sostegno adeguato ai minori in difficoltà. In questa direzione da dieci anni in provincia di Lecce opera l’Associazione Nazionale Famiglie Adottive e Affidatarie, la quale svolge ininterrottamente attività di consulenza, informazione e sostegno agli aspiranti genitori adottivi e a coloro che hanno già adottato un minore italiano o straniero. L’associazione infatti organizza periodicamente incontri di formazione per aspiranti genitori adottivi e affidatari, corsi di aggiornamento per docenti della scuola primaria e secondaria sulla cultura dell’accoglienza dei minori adottati o affidati, e attraverso l’iniziativa Giocolibro raccoglie giocattoli donati dai bambini che frequentano le scuole di Lecce e provincia destinati ai bimbi ospiti delle Case famiglia del territorio. Il 27 novembre 2009 inoltre, grazie alla collaborazione con l’Istituzione Servizi Sociali del Comune di Lecce, è stato inaugurato l’Ufficio Relazioni con le famiglie. 

Ma se l’adozione è forse un’istituzione sociale più nota, meno si sa sull’affidamento familiare attraverso il quale si offre un sostegno prezioso ad un minore che deve essere temporaneamente allontanato dalla sua famiglia di origine per difficoltà dei genitori, per loro gravi malattie o in caso di morte di uno o di entrambi, per disgregazione del nucleo familiare (come in caso di una separazione). Il bambino o all’adolescente viene così inserito per un certo periodo di tempo -che può durare qualche mese- ma anche degli anni in un altro nucleo familiare idoneo ad offrire adeguate risposte alle sue necessità affettive oltre che di educazione, istruzione, accudimento e tutela. Questa pratica, realizzata e sostenuta dai Servizi Sociali, consente al minore di costruire legami forti a livello affettivo, mantenendo nel contempo i rapporti con i genitori di origine ai quali si affiancano quelli affidatari. 

In questo processo risultano dunque fondamentali quelli operatori che svolgono un lavoro prezioso di orientamento nei riguardi delle famiglie d’origine e di quelle affidatarie, insieme a tutti coloro che lavorano quotidianamente con i bambini nei consultori, nei Centri socio-educativi e nelle Case famiglia. Persone come Grazia Manni, presidente della sezione leccese dell’Anfaa e coordinatrice delle attività dell’associazione, Luigi Russo, responsabile del Centro Educativo della Cooperativa sociale Ambarabà, e Salvatore Nuzzo, dirigente psicologo nell’Unità Operativa Assistenza Consultoriale del Distretto Socio Sanitario di Poggiardo. Ed è a loro che abbiamo chiesto di raccontarci la propria esperienza in merito all’affido familiare, che in Italia ha consentito a oltre 14.500 minori in difficoltà (dati Anfaa relativi al 31 dicembre 2010 e riferiti all’intero territorio nazionale) di ricevere adeguato sostegno. 

Per tutti coloro che volessero saperne di più o candidarsi quali famiglie affidatarie è possibile contattare la sede dell’Associazione Nazionale Famiglie Adottive e Affidatarie a Lecce in viale Marche n. 2 (orari: lunedì, mercoledì e venerdì dalle 17 alle 19; martedì, giovedì e sabato dalle 9 alle 12), tel. 0832.682491, mail: lecce@anfaa.it.  

 

Grazia Manni: “Dieci anni di amore e sostegno per i bambini”

 

Da circa 15 anni è impegnata all’interno del mondo delle adozioni e dell’affido; lei è Grazia Manni, fondatrice e presidente della sezione leccese dell’Associazione Nazionale Famiglie Adottive e Affidatarie, che ci ha raccontato il primo decennale della sua attività.

Dottoressa Manni, come è nata la sezione Anfaa di Lecce?

Quando io e mio marito abbiamo iniziato il percorso di adozione, ci siamo accorti di avere il supporto solo degli entri preposti, Tribunale e Servizi Sociali; pochissime erano infatti le famiglie in grado di condividere con noi la nostra scelta. Ho così contattato l’Anfaa, con la quale avevo già avuto rapporti lavorativi, e nel gennaio 2004 abbiamo dato vita alla sezione leccese. Oggi siamo un punto di riferimento per le famiglie desiderose di accogliere bambini che hanno bisogno di calore e affetto.

Quali sono i requisiti che deve possedere una potenziale coppia adottiva? 

Ci sono requisiti giuridici: essere sposati da almeno tre anni, non avere carichi penali pendenti e godere di sana e robusta costituzione fisica, ma non basta. Il Tribunale deve infatti valutare la relazione preparata dai Servizi Sociali sulla coppia. Non esistono criteri economici né di istruzione; ciò che serve è una famiglia duttile, accogliente e allargata, dove genitori e parenti collaborino e accettino insieme il nuovo arrivo. Questo vale soprattutto nei casi di affido. 

Cosa intende?

L’affido è un sostegno che si offre alle famiglie in difficoltà, prendendosi cura temporaneamente dei loro figli. Si tratta di un progetto condiviso con la famiglia di origine, che assolutamente non sparisce, anche perché l’obiettivo è proprio il rientro del bambino nelle cure dei genitori naturali. L’affido necessita di massima accoglienza e solidarietà, senza demonizzare la famiglia di origine; si tratta di bambini che hanno un vissuto spesso triste e che per questo vanno tutelati, rispettati e accompagnati con grande cuore e altruismo.

Un bilancio di questi primi dieci anni di attività? 

Sicuramente positivo. Abbiamo promosso la cultura dell’accoglienza a livello istituzionale e informale, organizzato corsi di preparazione all’adozione rivolti ai genitori e altri destinati agli operatori scolastici. Abbiamo anche lavorato con le case famiglie del territorio e dal 2009, grazie al sindaco Paolo Perrone, è attivo il nostro Sportello informativo gratuito. Siamo stati anche autori di diverse pubblicazioni su adozioni, affidi e di un libro dedicato ai 50 anni dell’Anfaa nazionale. Abbiamo contribuito a che l’adozione non fosse più un tabù e oggi molti genitori non hanno più paura di raccontare ai loro figli adottivi la loro vera origine. 

Perché avvicinarsi al mondo dell’adozione o dell’affido?

In entrambi i casi si tratta di realtà che aiutano la crescita civile di una società perché, a mio parere, il grado di civiltà si misura dall’attenzione che si pone alle categorie più deboli. Adozione e affidamento non sono però solo termini giuridici, ma rispecchiano il bisogno sociale di prendersi cura di qualcuno, che sia il vicino di casa o il compagno di banco del proprio figlio.

 

Alessandro Chizzini