L’Amministrazione comunale ha impugnato la deliberazione della Giunta regionale con la quale si proroga il funzionamento dell’impianto di biostabilizzazione dei rifiuti dal prossimo giugno al 31 dicembre 2025. Si temono successive proroghe anche a causa degli scarsi risultati raggiunti nella raccolta differenziata spinta. Sindaco e vicesindaco: “I cittadini di Poggiardo e Vaste hanno pagato anni di disagi”
Poggiardo e Vaste non vogliono più l’impianto di biostabilizzazione. Può sintetizzarsi e descriversi con queste parole la scelta dell’Amministrazione comunale di opporsi “alla Deliberazione della Giunta Regionale n. 130/2025 con cui, modificando il Piano Regionale dei Rifiuti, ha disposto la proroga del funzionamento dell’impianto di biostabilizzazione di Poggiardo sino al 31 dicembre 2025, oltre la scadenza della concessione prevista per giugno 2025”. Così inizia la nota diffusa dal Comune di Poggiardo, con la quale ha annunciato di aver presentato ricorso al Tar di Bari, chiedendo che il suddetto provvedimento regionale venga annullato.
Non si tratta di una decisione sorprendente. La volontà di opporsi a quanto deliberato dalla giunta regionale era già emersa lo scorso 20 marzo, nel corso di un incontro pubblico promosso “dal Coordinamento civico per la difesa di Ambiente e Salute Poggiardo – Vaste”. In quell’occasione venne comunicato ai cittadini la decisione della Regione di prorogare il funzionamento del biostabilizzatore per tutto l’anno corrente, sottolineando il timore che questa proroga possa essere il preludio di altre, in considerazione del fatto che il ciclo dei rifiuti regionale non ha raggiunto le percentuali di raccolta differenziata programmate anche a causa della incompleta attuazione della raccolta differenziata spinta in tutti i comuni.
Perché questo astio nei confronti dell’impianto? La ragione è da ricercarsi nel funzionamento dello stesso impianto nel corso di tutti questi anni e dei conseguenti disagi subiti dai cittadini di Poggiardo e Vaste, ma anche da quelli residenti nei comuni limitrofi come Ortelle e, soprattutto, Giuggianello. Disagi che in sintesi vennero descritti nel comunicato stampa successivo all’incontro del 20 marzo: “All’incontro erano presenti numerosi cittadini che da 15 anni sono costretti a tollerare l’impatto odorigeno e le conseguenze in termini di impatto ambientale e di salute causati da quest’impianto ma che già in precedenza con la discarica autorizzata nel 1997 sono alle prese con tali problematiche e che ora sono preoccupati dalla situazione che si preannuncia”. In quell’occasione, inoltre, a sostegno delle tesi dell’Amministrazione comunale, intervennero anche il professore Giuseppe Serravezza, medico oncologo e Presidente provinciale della Lilt, il consigliere regionale Paolo Pagliaro, che annunciò un’audizione sull’argomento in commissione regionale, e l’assessore regionale Alessandro Delli Noci.
Non solo, nel corso di quel confronto, il Sindaco di Poggiardo, Antonio Ciriolo, in merito alla mancata completa attuazione della raccolta differenziata spinta, annunciò il bando di una gara ponte per consentire la partenza di un nuovo servizio di raccolta, in attesa che prenda vita la società in house che dovrebbe garantire un processo in grado di raggiungere percentuali ben più alte di raccolta differenziata.
La nota con la quale il Comune di Poggiardo ha annunciato ricorso presso il Tar di Bari entra poi più nei dettagli: “L’adozione del provvedimento regionale è in contrasto con quanto previsto nel Piano dei Rifiuti, approvato dal Consiglio Regionale nel 2021, che aveva stabilito invece la chiusura dell’impianto di Poggiardo a giugno 2025, e non rientra nelle competenze della Giunta Regionale. Inoltre, il deliberato, tra l’altro, non ha tenuto conto delle vicende relative alla concessione della gestione dell’impianto e delle motivazioni dell’Ente territorialmente interessato dalla localizzazione dello stesso, nonché dell’interesse dei cittadini esposti agli impatti di natura ambientale connessi con la gestione dei rifiuti. Contro una simile decisione l’Amministrazione Comunale non ha esitato a far valere le proprie ragioni, che coincidono con la volontà dei cittadini di Poggiardo e Vaste di voler porre la parola fine, una volta per tutte, alla presenza di impianti sul territorio di Poggiardo, avendo la comunità fatto la propria parte sino ad oggi con responsabilità per tanti, troppi anni, nei confronti dell’intera Provincia di Lecce e non solo”.
Non si dimentichi, infatti, come fu ribadito lo scorso 20 marzo, che “l’impianto di Trattamento Meccanico Biologico dei rifiuti di Poggiardo dal gennaio scorso accoglie anche rifiuti precedentemente conferiti presso gli impianti di Cavallino e Ugento, sempre per decisione regionale”.
“Confermiamo la posizione dell’Amministrazione Comunale -ha affermato il sindaco di Poggiardo, Antonio Ciriolo- di voler chiudere la partita dell’impiantistica dei rifiuti nella nostra Città. In questi ultimi anni lo abbiamo detto e scritto più volte alla Regione Puglia che il contributo che abbiamo dato alla politica regionale in materia di rifiuti è stato enorme, dal 1997 ad oggi. Con questa decisione abbiamo voluto ribadire la nostra posizione anche in sede giudiziaria, a difesa degli interessi dei nostri cittadini e del sistema economico del territorio”.
“Tutelare l’ambiente e il benessere dei nostri cittadini -ha poi proseguito la vicesindaca e assessora all’Ambiente, Antonella Pappadà- è nostro compito in tutti i modi che la legge ci consente. La nostra comunità è provata da tanti anni di disagi subiti e legati all’impiantistica presente nel nostro territorio e questa proroga è inaccettabile”.
[Foto: Pagina Facebook “Città di Poggiardo – Pagina Ufficiale”]