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Lecce è pronta ad accogliere il Giro: il percorso e i favoriti

La quarta tappa della “Corsa Rosa” coincide con la prima sul territorio italiano. Sul traguardo di viale Calasso si aspettano ancora i velocisti

Dopo il prologo di tre tappe vissuto in Albania, il Giro d’Italia arriva a Lecce per il suo primo appuntamento sul territorio nazionale. La quarta tappa partirà da Alberobello intorno alle ore 11:40 per arrivare nel capoluogo salentino, dopo 189 km, in un’orario compreso tra le 17 e le 17:25, sul traguardo posto su viale Calasso, come nel 2003. I corridori attraverseranno le provincie di Bari, Brindisi e Lecce: Noci, Putignano, Castellana Grotte, Polignano a Mare, Monopoli, Fasano, Pezze di Greco, Ostuni, Ceglie Messapica, Freancavilla Fontana, Oria, Torre Santa Susanna, San Pancrazio Salentino, Guagnano, Campi Salentina.

Il primo momento di interesse sarà il Gran Premio della Montagna di quarta categoria posto a Putignano dopo 16,6 km che assegnerà punti per la particolare classifica (maglia azzurra): 3 punti al primo, 2 al secondo e 1 al terzo. A Putignano (km 39,3) e San Pancrazio (km 135,3) sono posti i due traguardi intermedi che assegnano punti ai primi cinque classificati (12, 8, 5, 3, 1) per la speciale classifica a punti (maglia ciclamino) e abbuoni ai primi tre classificati per la generale, ma solo per il secondo traguardo intermedio (3”, 2” e 1”). Tra i due traguardi si pone il nuovo Red Bull Km posto a Ostuni dopo 84,2 km: oltre a punti, assegna soprattutto importanti abbuoni per la classifica generale, nello specifico 6 secondi al primo, 4 al secondo e 2 al terzo.

Chi supererà per primo il traguardo posto su viale Calasso guadagnerà 15 punti (sarebbero stati 50 o 25 in caso di tappa con livello di difficoltà più alta), mentre saranno fissi gli abbuoni, riservati solo ai primi tre classificati: 10”, 6” e 4”. Questi abbuoni non verranno assegnati nelle tappe a cronometro.

Sono tante le speciali classifiche previste al Giro, ma sono quattro quelle più importanti: la quarta tappa vedrà ai nastri di partenza Andrea Fortunato in maglia azzurra (classifica del Gran Premio della Montagna), il ceco Mathias Vacek in maglia bianca (classifica Giovani) e il danese Mads Pedersen in maglia ciclamino (classifica a punti) e, soprattutto in maglia rosa (classifica generale). Il velocista della Lidl-Trek, campione del mondo nel 2019, si è imposto nelle due prove in linea albanesi, prima e terza tappa (foto di copertina), mentre la cronometro del secondo giorno è stata appannaggio del britannico Joshua Tarling.

Se nel 2003 Petacchi superò Cipollini di pochi centimetri, questa volta sarà difficile vedere un duello italiano. Pedersen resta tra i favoriti, ma occhio anche all’olandese Olav Kooij, all’australiano Kaden Groves, all’irlandese Sam Bennet e al venezuelano Ourlis Aular; l’attuale maglia rosa si è imposto nei due precedenti sprint in assenza dei velocisti puri, staccatisi sulle montagne albanesi, ma resta tra i corridori attualmente più in forma, come confermano i recenti podi ottenuti in due classiche monumento come il Giro delle Fiandre (secondo) e la Parigi-Roubaix (terzo). Tra gli italiani, occhio a Matteo Moschetti, Luca Mozzato, Giovanni Lonardi.

Chi sono invece i favoriti alla vittoria finale? Non ci sarà lo sloveno Tadej Pogacar, attuale dominatore del ciclismo mondiale e campione in carica, che ha deciso di centrare il poker al Tour de France e mettere il suo primo sigillo alla Vuelta a Espana; assente anche il danese Jonas Vingegaard, vincitore di due Tour de France e, al momento, unico corridore in grado di contrastare Pogacar nelle corse a tappe.

Il favorito d’obbligo resta lo sloveno Primoz Roglic, vincitore del Giro d’Italia 2023, che dovrebbe vedersela soprattutto con il giovane spagnolo Juan Ayuso, considerato tra i migliori talenti emergenti e che si è aggiudicato il Giro d’Italia Under 23 del 2021 e l’ultima Tirreno-Adriatico; non si possono, però, non prendere in considerazione i gemelli britannici Simon e Adam Yates e il canadese Derek Gee. Presenti altri big come i colombiani Nairo Quintana e Egan Bernal, vincitori rispettivamente nel 2014 e 2021, e l’ecuadoriano Richard Carapaz, che si impose nell’edizione del 2019; età, infortuni e risultati recenti non fanno prevedere, però, una particolare competitività.
Diverso il discorso per il trionfatore del 2022, l’australiano Jai Hindley, che sarà al servizio del suo compagno di squadra Roglic.

E gli italiani? Senza il re delle volate Jonathan Milan e quello delle cronometro Filippo Ganna, molte delle speranze sono poste su Antonio Tiberi, 5° classificato lo scorso anno e considerato tra i papabili al podio finale di Roma; molta fiducia anche su Giulio Ciccone, che ha chiuso al secondo posto la recente Liegi-Bastogne-Liegi e che si è sempre distinto per la sua combattività e le sue capacità in salita, e Andrea Fortunata, che vuole essere protagonista in montagna.

La cronometro della seconda tappa ha delineato la classifica e allontanato gli azzurri dalle primissime posizioni, ma con ancora 18 tappe da percorrere, tutto ancora è possibile.

[Foto: Pagina Facebook “Giro d’Italia”]

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