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Quelle sale d’attesa a cielo aperto

Parte l’ennesima notificazione da parte dell’Aduc di Lecce relativa all’impossibilità degli utenti dell’Inps e dell’Inpdap di usufruire della sala d’attesa prima dell’apertura degli sportelli

 

È dall’inizio di quest’anno che se ne parla. Cittadini, stampa locale e speranze rinviate a un indefinito medio-lungo termine da profetici “studi delle soluzioni architettoniche”, denunciano da mesi le estenuanti attese dell’utenza leccese all’ingresso dell’Inps e dell’Inpdap al di fuori dagli edifici. È di questi giorni la dichiarazione della sezione locale dell’Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori (Aduc), che quelle soluzioni di medio-lungo termine non sono ancora chiaramente giunte a risultati tangibili. Le proteste dei numerosi utenti, spesso e volentieri anziani, insieme a quelle lunghe soste in sale d’attesa all’aperto, continuano nonostante i numerosi appelli.
È il delegato Aduc-Lecce, Alessandro Gallucci, a riproporre in un comunicato stampa una questione che si presenta come una vera e propria anomalia per ciò che concerne quel minimo indispensabile che un ente pubblico dovrebbe poter garantire. Senza tirare in ballo altre problematiche, è già lecito esagerare. Si sta parlando, e non si era avvezzi a metterla in dubbio, di una ordinaria sala d’attesa per proteggere un’utenza, già provata in partenza dal cercare di accaparrarsi i posti di prima fila, dalle intemperie del tempo. “All’inizio di gennaio -afferma Gallucci nella nota- avevamo segnalato le proteste giunteci da diversi utenti dell’Inps e dell’Inpdap che lamentavano i disagi che erano costretti a subire ogniqualvolta si recavano presso le sedi provinciali degli enti previdenziali per il disbrigo delle loro pratiche. In particolare i cittadini protestavano per l’impossibilità di usufruire delle sale di attesa prima dell’orario di apertura degli sportelli. È usuale, passando davanti alle sedi degli enti, prima degli orari di apertura, vedere lunghe file di persone in attesa di entrare. I dirigenti degli istituti previdenziali, negando l’incuranza verso l’utenza e, di fatto, ritenendo non veritiere le nostre segnalazioni, avevano comunque preso l’impegno, quanto meno nel medio-lungo periodo di risolvere il problema. Le promesse, a quanto ci risulta dalle nuove segnalazioni giunte al nostro sportello, non sono state rispettate. A quasi un anno di distanza e con la stagione invernale alle porte, non è dato sapere quale siano gli intendimenti delle direzioni provinciali in merito alla questione. Verrebbe da chiedersi: a che cosa servono le sale d’attesa? È possibile che al disagio dell’utenza si debba rispondere sempre e solo con l’iniziativa singola di qualche addetto agli uffici e non con delle politiche di risoluzione definitiva dei problemi?”.
Il delegato dell’Aduc di Lecce conferma l’eccezionalità di un tale disservizio, che a quanto pare, almeno per ciò che riguarda il territorio salentino, non ha simili. “Inps e Inpdap, a Lecce, rappresentano un’anomalia difficilmente comprensibile: ospedali, uffici comunali, provinciali e regionali permettono d’attendere l’apertura degli sportelli all’interno degli edifici o quanto meno in zone coperte. Forse è chiedere troppo agli istituti previdenziali?”.
Gallucci conclude con un appello: “Ci rivolgiamo ai dirigenti nazionali, vista la lentezza dei preposti alla sede locale, affinché intervengano rapidamente eliminando questo inutile ed inspiegabile disagio per i cittadini”.

 

Alessandro Tomaselli