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Palazzo Carafa, l’opposizione preme sul bilancio

All’ordine del giorno della conversione in suoli edificabili e la successiva vendita dei terreni in via Cicolella e in località “Fondone”. Ma il progetto non convince Rotundo e compagni
 
I terreni su via Cicolella che avrebbero dovuto ospitare uffici del Comune di Lecce. Ma anche un suolo in località “Fondone”, proprio nel cuore nella zona di espansione a est del capoluogo. Sono queste alcune delle aree che Palazzo Carafa potrebbe convertire in suoli edificabili, vendendoli per fare cassa. Una possibilità che la Finanziaria 2009 ha previsto per le amministrazioni, cancellando il passaggio obbligato, ovvero quello della variante al Piano regolatore generale. Dall’Amministrazione comunale l’assessore al Bilancio, Attilio Monosi, conferma: “Nel piano di risanamento del bilancio, accanto alla vendita di alcuni immobili, c’è anche la valorizzazione di terreni ma il neo-assessore all’Urbanistica di Palazzo Carafa, Severo Martini, assicura che le regole saranno rispettate”. Proprio sull’opera in via Cicolella, infatti, ci fu già la rivolta degli abitanti che non volevano il grattacielo. Anche il centrosinistra a quel tempo si mosse con una petizione ma alla fine il comitato la ebbe vinta per via burocratica, visto che l’azienda campana che aveva vinto il bando per realizzare l’opera in project financing non aveva ottenuto, per la stessa, il visto antimafia che si richiede in questi casi. 
La questione degli immobili non convince però il centrosinistra che nel corso di una conferenza stampa ha elencato tutto quello che l’Amministrazione dovrebbe fare con la ripresa dell’attività amministrativa. Il piatto forte per l’opposizione resta il bilancio in rosso, riconosciuto dalla Giunta nell’approvazione del consuntivo 2009 ma tra i rimproveri e i consigli che il centrosinistra intende dare al sindaco figurano anche la spesa sociale, i cantieri interrotti e la gestione dei rifiuti. Secondo Rotundo e compagni il dissesto economico di Palazzo Carafa sarebbe ancora una volta minimizzato, non solo per le entrate di Ici e Tarsu ma anche per quei 5 milioni chiesti al Ministero della Difesa per servitù militari. E poi ci sono le spese enormi del contenzioso accumulato dall’ente su cui insiste Antonio Torricelli. Il centrosinistra, come detto, non si dice affatto convinto dell’efficacia del piano delle alienazioni che resta quasi immutato ormai da anni e confida nel fatto che il Comune riesca a tamponare il buco con la vendita di almeno una ventina di fondi, cui si aggiungeranno anche quelli che l’Amministrazione acquisterà dai privati per convertirli e magari rivenderli agli stessi che avranno diritto di prelazione. Diversa la questione di via Cicolella, però, su cui non è escluso che si torni allo scontro. Antonio Rotundo, che all’epoca della protesta era candidato sindaco, annuncia che quei 10mila metri quadri devono restare a disposizione del quartiere. 
La minoranza fotografa dunque una situazione di stallo che durerebbe da anni, il cui segnale più chiaro sarebbero i cantieri interrotti per la città. A concludere il pacchetto ci sono i rifiuti. Secondo l’opposizione, infatti, occorre al più presto una nuova gara per la raccolta differenziata e questa volta pensata sui reali abitanti del capoluogo (secondo Rotundo sono oltre il doppio dei residenti ufficiali). E al malumore del centrosinistra si somma quello di Woiteck Pankiewitz: “Basta con le calende perroniche, peggiori di quelle greche -afferma il consigliere tornato tra le voci più critiche all’interno del Consiglio comunale-. Perrone imprima una svolta all’Amministrazione e avrà la collaborazione della minoranza. Altrimenti, meglio, si dimetta e restituisca la parola agli elettori”. 
 
Alessandra Lupo