L’ospedale leccese al centro di importanti novità: si trasformerà in un centro dedicato alle urgenze e i posti letti dedicati aumenteranno fino a 450
Il “Trauma Center” sarà una realtà. È stato infatti finanziato un progetto per la risistemazione del nosocomio leccese, costruito negli anni ’70. Il progetto, che modificherà radicalmente l’organizzazione del “Fazzi”, costerà 117 milioni di euro finanziati dalla Regione Puglia: si mira a riorganizzare gli assetti interni, per lo più di fronte a una medicina che divide sempre più le urgenze dalle cronicità, cronicità che dovrebbero essere curate a domicilio, mentre gli esami di routine dovrebbero essere fatti in day hospital, un po’ come accade per la sperimentazione del day surgery ambulatoriale dell’ospedale di Maglie.
Il riordino del Fazzi arriva in un momento cruciale per la sanità: da mesi, ormai, si parla dei tagli che avverranno negli ospedali salentini, in un rimbalzo di colpe, che dal Governo nazionale ricade sulla Regione e viceversa. Indipendentemente dalla bagarre politica, c’è di vero che la sanità non vive una situazione florida e che la creazione delle “Case della Salute” potrebbe comportare la chiusura di un ospedale per distretto o comunque una riduzione dei posti letto e dei reparti, e la divisione in quattro poli sanitari salentini. Tuttavia, i posti letto non saranno un problema per il “Fazzi”: con questo finanziamento regionale vengono destinati ben 450 posti per le urgenze, un numero importante, dato che attualmente i posti letti ammontano a 550, compresi quelli dell’oncologico. I posti letto non saranno “nuovi”, ma faranno parte di una riorganizzazione, che coinvolgerà anche il personale sanitario.
“Attualmente -spiega il direttore sanitario della Asl Lecce, Franco Sanapo– in provincia di Lecce, il personale è in numero adeguato. Il cambiamento che avverrà nel ‘Fazzi’ sarà per lo più una riorganizzazione, che va di pari passo con il cambiare dei modelli della sanità. Per fare un esempio: il centro nascite, nella metà del secolo scorso non aveva grande ragion d’essere perché si partoriva a casa, mentre adesso è normale che si preferisca partorire in ospedale, per avere maggiori garanzie in caso di complicazione, per le neomamme e il bambino. Si tratta di un progetto a lungo termine, il cambio di mentalità comporta molto tempo, in altre regioni d’Italia però si è già raggiunto ciò a cui tendiamo, la maggiore articolazione delle specializzazioni”.
Vero è pure che si impiega la sanità spesso in modo errato: come quando ci si fa ricoverare per sostenere delle analisi di routine per le proprie cronicità, mentre basterebbe concentrare gli esami in un solo giorno, attraverso un sistema che comporta una comodità in più per il malato e un risparmio evidente per il sistema sanitario. Per questa ragione, la riorganizzazione del “Fazzi” ben si concilia con i venturi tagli alla sanità. “Ciò che viene percepito come tagli -continua Sanapo- è solo una riqualificazione del sistema. Qual è, in fondo, il problema della sanità leccese? Alcuni ospedali sono piccoli e non danno sicurezza per come sono concepiti e per l’uso molto spesso inadeguato che se ne fa. Noi stiamo tentando di dare la medicina appropriata, cercando di istituire una medicina che sia del territorio e che abbia una certa strutturazione valorizzando specialità importanti”.
Angela Leucci