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Palazzo Carafa, la saga dei consiglieri

Passata la bagarre sui numeri della nuova Giunta, protagonisti del dibattito politico cittadino sono ora Damiano D’Autilia e Luigi Rizzo
 
L’opposizione di Palazzo Carafa lavora stabilmente nel tandem Pd – Io Sud, ma la battaglia delle ultime ore è stata tutta incentrata su questioni di legittimità ed eleggibilità: quella di Damiano D’Autilia prima, quella di Luigi Rizzo poi. 
Sulla nomina alla presidenza di Alba Service di D’Autilia, consigliere comunale leccese eletto con l’Udc e poi passato ne La Puglia prima di tutto, con cui ha corso arrivando primo dei non eletti al Consiglio provinciale, si era infatti scatenata una guerra politica tra Perrone e l’Udc. Lo Scudocrociato voleva rientrare nell’assembla di Palazzo Carafa da cui è ormai assente, ma non avendo garantito un accordo più ampio si è infine visto sbattere la porta in faccia. Niente D’Autilia, niente Corvaglia (Udc). Al consigliere, penalizzato da giochi più grandi di lui quando era ormai con un piede in Giunta è andato il premio di consolazione dell’Alba Service di cui per altro era già consulente. Ed è proprio quest’ultima caratteristica che ora non fa dormire sogni tranquilli al consigliere ex Udc, oggi nella Ppdt. L’opposizione è infatti pronta ad andare al Tar se allo scoccare della nuova proroga del bando, un altro piccolo lasso di tempo che il presidente della Provincia si è preso per decidere, il nome di D’Autilia risulterà effettivamente quello scelto. 
Ad avere esaminato il caso sono ovviamene i legali di casa Pd, secondo cui, avendo ricoperto un incarico di consulente della società partecipata sino allo scorso 30 giugno, D’Autilia sarebbe automaticamente fuori. Il bando per l’individuazione dell’amministratore (la cui scadenza era fissata al 28 maggio scorso) prevede tra le cause che costituiscono impedimento alla designazione, “prestare in modo continuativo attività di consulenza e/o collaborazione per la Provincia di Lecce o presso enti sottoposti al controllo provinciale o presso la società Alba Service”. Nella medesima situazione si trovò una manciata d’anni fa Pasquale Porpora cui, seppur a malincuore, Pellegrino dovette dire no. E a sollecitare ‘prudenza’ nella scelta è il gruppo consiliare del Pd a Palazzo dei Celestini. In una nota congiunta il capogruppo Cosimo Durante e i consiglieri Alfonso Rampino, Gabriele Caputo, Roberto Schiavone e Loredana Capone parlano di rischio che la Provincia di Lecce possa andare “a ruota” di decisioni prese altrove e diventare così camera di compensazione di equilibri politici raggiunti in altri enti. Ma, per il consigliere regionale e provinciale del Pdl Roberto Marti, il Pd andrebbe a ‘rimorchio politico’ di Adriana Poli Bortone, che qualche giorno prima aveva analogamente chiesto a Gabellone di riflettere bene sulla nomina. 
Per tutta risposta, centrosinistra e Io Sud decidono allora di tornare a protestare sottobraccio. Questa volta sotto accusa c’è il caso Rizzo. Le opposizioni mostrano in piazza la nota del Viminale secondo cui, nonostante le dimissioni dall’Istituzione dei Servizi Sociali, Gigi Rizzo è fuori dal Consiglio comunale di Lecce. A decretarlo, nero su bianco, è la Direzione centrale per le Autonomie locali del Ministero dell’Interno. Al momento del suo ingresso in Consiglio per la sostituzione di Ciardo, Rizzo sedeva ancora alla poltrona di presidente dell’Istituzione ed era perciò ineleggibile. 
Alla conferenza delle opposizioni in piazza Sant’Oronzo era presente anche Andrea Corvaglia. L’ex assessore ed oggi coordinatore cittadino dello Scudocrociato potrebbe rientrare qualora Rizzo fosse dichiarato decaduto. Questa volta però, i suoi toni sono meno amichevoli di un mese fa: “Eravamo coerenti con la linea del sindaco perché ci hanno eletti con la maggioranza, Perrone ha fatto di tutto per tenerci fuori, e ora faremo opposizione”. 
 
Alessandra Lupo