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Non c’è quiete dopo la tempesta

All’indomani delle elezioni politiche, in Puglia (che conta complessivamente 62 eletti ma anche diversi esclusi illustri, specie tra i salentini) si apre un nuovo fronte per il futuro del governo regionale, in base alla scelta di Nichi Vendola di lasciare o meno Bari per Roma
 
Lo tsunami alla fine c’è stato, da Roma al Salento. Il risultato elettorale ci ha consegnato un Paese ad oggi “ingovernabile” diviso in tre blocchi: Bersani, Berlusconi e Grillo. È un dato, quello nazionale, che ritroviamo anche nei numeri pugliesi di queste elezioni politiche. I risultati sono evidenti e non lasciano spazio ad interpretazioni: alla Camera il centrosinistra di Pierluigi Bersani (Pd, Sel, Centro Democratico) conquista il 29,54% dei consensi e 340 seggi; il centrodestra di Berlusconi invece è al 29,13% (124 seggi); al 25,55% il Movimento Cinque Stelle (108 seggi) e al 10,54% (45 seggi) la “Scelta Civica” di Mario Monti. 
Più ingarbugliata la situazione al Senato della Repubblica. Qui infatti il centrosinistra è al 31,60% (119 seggi), il centrodestra al 30,66% (117 seggi) e il Movimento Cinque Stelle al 23,79% (54 seggi). Assai più staccato il presidente del Consiglio uscente Mario Monti, quarto classificato in questa competizione, che ammette la sconfitta. Fuori dal Parlamento invece Oscar Giannino e Antonio Ingroia, i cui partiti non vanno oltre un deludente 2%. 
E in Puglia e nel Salento com’è andata? C’è stata una sorprendente rimonta del Pdl, che nonostante il calo di consensi rispetto al 2008 ha surclassato Pd e soci, all’inizio dati per vincenti. La Puglia si conferma dunque roccaforte del centrodestra. L’ex ministro Fitto ha “riempito” le sue liste di amministratori locali, evidentemente premiati dall’elettorato. Alla Camera il centrodestra pugliese è al 32,9% e conquista dieci seggi. Il centrosinistra si è fermato invece al 26,5% e ha guadagnato 21 seggi. Ottima performance anche per i grillini, che non hanno deluso le attese ed entrano a Montecitorio con otto deputati pugliesi, forti di un 25,5%. Tre seggi per la coalizione di Mario Monti. Veniamo al Senato. La coalizione di Fitto e Berlusconi ha superato di sei punti percentuali (34 a 28) Pd e Sel. In virtù di questo dato, al Pdl vanno undici seggi (a secco le altre liste che sostenevano Berlusconi), al centrosinistra quattro seggi. Anche al Senato gli esordienti grillini ottengono un lusinghiero 24,1% (quattro seggi) e la lista Monti il 9,1% (un seggio). 
Tra abbandoni e new entry, la truppa pugliese (62 nomi in tutto) si presenta per molti aspetti nuova e ringiovanita. Adesso l’attenzione si sposta verso viale Capruzzi e il futuro del governo regionale
 
Stefano Manca