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Michele Cortese in Cile per rappresentare l’Europa

Il cantante salentino unico concorrente europeo in gara al Festival Internacional de la Canción di Viña del Mar 2015 con un brano scritto e prodotto da Franco Simone 

 

Davanti a 500 milioni di telespettatori, dal 22 al 27 febbraio, l’Europa avrà una voce e un volto sul palco della kermesse musicale più importante del Sudamerica, quelli di Michele Cortese con il brano Per fortuna. Scritto e prodotto da Franco Simone, con l’arrangiamento di Alex Zuccaro, Per fortuna è stato selezionato a concorrere con altre cinque canzoni (rapprensentanti rispettivamente Canada, Argentina, Colombia, Stati Uniti e Cile) tra ben 1050 canzoni inviate da tutto il mondo. Un orgoglio immenso per il Salento, e non solo, che si prepara a fare il tifo seguendo in streaming la gara (ora locale cilena) e un orgoglio immenso per lo stesso Michele, che resta però con i piedi per terra pur essendo la sua, come ci spiega in questa chiacchierata, una soddisfazione grandissima. 

Michele, ci parli della tua partecipazione al Festival di Viña del Mar? 

È un festival musicale internazionale molto noto, alla sua 56esima edizione. Si svolge presso il Teatro de La Quinta Vergara, che è unico al mondo per capienza perché la struttura è quella di un teatro, ma in realtà la sua capienza è di 40 mila persone. Ogni sera c’è un super ospite, da Cat Stevens a Vicentico, e la competizione locale, cioè tra artisti cileni, si alterna alla competizione internazionale, quella in cui io concorro, che si svolge tra sei Paesi, il Cile e i cinque selezionati in tutto il mondo, ciascuno dei quali è rappresentato in gara da un artista. 

Come sei arrivato a questo? 

Nel settembre scorso si trattava di decidere quale delle canzoni che avevamo composto con Franco utilizzare per fare domanda di partecipazione al Festival di Viña del Mar e la scelta è ricaduta su Per fortuna perché era la più bella, la più giusta, la più emozionate. 

Quanto ha influito nell’ottima riuscita del brano il sodalizio artistico che unisce te e Franco Simone? 

Frequentandoci artisticamente da un po’ di anni, Franco conosce ormai benissimo la mia vocalità, che apprezza tanto, quindi riesce a scrivere delle cose giustissime per me. Le sue abitudini compositive si sposano perfettamente non solo con la mia voce ma anche con la mia anima. Ed è proprio questa collaborazione che ha portato, tra le altre cose, anche alla canzone Per fortuna, nel senso che quando Franco l’ha composta aveva già in mente che potesse essere vincente interpretata da me. E, infatti, quando l’ho ascoltata e ho provato a cantarla in fase di provino, quindi pianoforte e voce, sentivo giù un fortissimo feeling col brano. 

Cosa significa per te, a livello di esperienza personale, salire su quel palco? 

Rappresenta una soddisfazione grandissima perché la musica è quello che ho sempre amato fare e che ho sempre fatto, ciò che riempie completamente le mie giornate 24 ore su 24, di conseguenza ne conosco anche le difficoltà, gli ostacoli, i sacrifici e quindi quando arrivano questi risultati così importanti, indipendentemente da come andrà la gara, mi tornano alla mente tutti i momenti di maggior difficoltà legati al mestiere della musica. 

E invece professionalmente? 

Mi piace moltissimo l’idea, e lo dico senza però voler polemizzare, di godere di un sistema meritocratico di un altro Paese, in una selezione durissima, con una bella canzone, con una giusta interpretazione e con la migliore collaborazione che potessi avere in questo mio percorso artistico. È qualcosa di straordinario che forse nel nostro “Paesotto” abbiamo dimenticato perché quelle della meritocrazia sono delle dinamiche che abbiamo purtroppo tralasciato non solo nella musica, ma un po’ in tutti gli ambiti professionali. 

 

Claudia Mangione