In un anno il Salento sono stati prodotti oltre 60mila quintali di patata novella di Galatina DOP, un prodotto tipico che è sempre più apprezzato anche nel Nord Italia
Il tubero galatinese della varietà Sieglinde, il cui impulso alla coltivazione nel Salento proviene dall’oritano Vincenzo Corrado, che la consiglia nell’impiego gastronomico all’interno del suo libro di cucina, è prodotto nei terreni rossi ricchi di elementi naturali e in presenza di un microclima eccezionale, nell’area di 19 comuni della nostra provincia: Acquarica del Capo, Alliste, Casarano, Castrignano del Capo, Galatina, Galatone, Gallipoli, Matino, Melissano, Morciano Di Leuca, Nardò, Parabita, Patù, Presicce, Racale, Salve, Sannicola, Taviano, Ugento. La sua introduzione nel Salento risale al secondo dopoguerra, e la presenza storica nel territorio di questa coltura è testimoniata dall’attribuzione del nome “Galatina” al quale sono legate per tradizione la reputazione del prodotto e le qualità organolettiche specifiche che sono riconosciute al prodotto stesso.
Dopo aver ottenuto il marchio di Denominazione di Origine Protetta lo scorso anno, ora conquista finalmente anche il Nord della penisola oltre ovviamente all’esportazione in Europa, soprattutto in Germania. 50 aziende salentine in un anno hanno prodotto 60mila quintali di patate novelle di Galatina a denominazione di origine protetta. Questo prodotto d’eccellenza mira ai prossimi obbiettivi, ossia rientrare finalmente nei supermercati pugliesi e tra i menu della ristorazione del “tacco” del Paese. “Ora però -ha dichiarato il direttore di Coldiretti Lecce, Giuseppe Brillante– il nostro appello è che tutti gli adempimenti per l’etichettatura e la certificazione avvengano con la massima celerità perché si tratta di un prodotto che deve arrivare freschissimo sul mercato e non può attendere i tempi della burocrazia”.
“La distribuzione locale -osserva il presidente di Coldiretti Lecce, Pantaleo Piccinno– deve credere ed investire in questo prodotto d’eccellenza del territorio. Tra l’altro nelle prossime settimane il territorio sarà invaso da migliaia di turisti affamati di sapori e di prodotti tipici. Purtroppo invece constatiamo ancora una tendenza a ribasso con l’ingresso nella distribuzione di patate di dubbia qualità ed origine, per nulla paragonabili alle qualità organolettiche e nutrizionali della patata di Galatina”. “È un prodotto fresco, stagionale, molto diverso da quello frigo-conservato o stoccato a lungo -aggiunge Federico Manni, della cooperativa Acli di Racale- la patata novella di Galatina è apprezzata nel nord Europa, soprattutto dai tedeschi, tra i migliori intenditori di patate al mondo. Visto che abbiamo investito in un prodotto d’ eccellenza sarebbe giusto che anche il Salento ci sostenesse, spingendo per il consumo della novella di Galatina”.
Infine, secondo Coldiretti, un impulso al consumo di questo prodotto invoglierebbe i coltivatori a recuperare quelle aree orfane degli ulivi bruciati da Xylella fastidiosa dell’area ionica, puntando sulle coltivazioni Dop e strappando così ettari di terreni al degrado e all’abbandono. Bisogna considerarlo un tesoro per le prossime generazioni poiché è il frutto del lavoro dei contadini di diverse generazioni su uno dei territori più belli d’Italia.
Tutte le caratteristiche della “regina” delle patate
La patata novella di Galatina Dop presenta particolarità che la contraddistinguono da tutte le altre: è di media grandezza, la forma è allungata o ovale, presenta una buccia di colore giallo intenso che poi per la presenza di residui terrosi derivanti dalla coltivazione nelle terre rosse può assumere un colore ruggine cioccolato. È facile allo sfaldamento ma priva di screpolature, la polpa è soda e di colore giallognolo.
Dai primi dieci giorni di marzo fino e non oltre il 30 giugno, vi è la raccolta, ed è vietato ricorrere all’utilizzo di prodotti chimici che portano all’essiccazione. Le rese unitarie possono arrivare fino ad un massimo di 400 quintali per ettaro. Si passa poi alle fasi della lavorazione del prodotto, in cui devono essere adottate tutte le precauzioni atte affinché si evitino contusioni, tagli e fenomeni di inverdimento. È vietato il lavaggio perché, in quanto novelle, vengono protette dallo strato di terra rossa che li avvolge, a garanzia di una migliore conservazione.
Una eventuale conservazione del prodotto deve giungere ad un periodo massimo di 30 giorni. Il terreno, il clima e le pratiche agronomiche tipiche del territorio, conferiscono a questa patata un basso contenuto in amido.
(C.S.)