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Una tragedia da Far West

Errore umano o guasto tecnico? Aperto un fascicolo d’indagine sull’incidente avvenuto martedì scorso a Galugnano tra due convogli delle Ferrovie del Sud Est 

 

Undici mesi dopo il disastro ferroviario avvenuto sulla tratta che collega Andria a Corato, costato la vita a 23 persone, un nuovo incidente si è verificato in provincia di Lecce. Per fortuna senza gravi conseguenze, se non tanta, tanta paura.

Erano da poco passate le 17 di martedì 13 giugno quando due treni delle Ferrovie del Sud Est si sono scontrati frontalmente nei pressi della stazione di Galugnano. Ancora tutte da chiarire le ragioni dell’incidente che ha causato “solo” una quindicina di feriti lievi, tra contusioni ed escoriazioni. Quello che c’è di sicuro è che uno dei treni era fermo al semaforo rosso che segnala l’ingresso nella stazione di Galugnano, mentre l’altro era in movimento direzione Lecce.

Un binario unico su cui qualcosa non è andato come doveva: o un mancato rispetto del semaforo rosso, quindi un errore umano, o un problema all’impianto frenante, quindi un guasto meccanico. Queste le principali ipotesi formulate nelle prime ore tra quanti sono giunti per primi sul luogo dell’incidente, ma gli organi competenti evitano ogni congettura, rimandando di fornire dettagli più precisi nei prossimi giorni, dopo aver analizzato le scatole nere recuperate a bordo dei mezzi e dopo gli esiti delle indagini. 

Il capotreno del convoglio fermo al semaforo, secondo alcune testimonianze raccolte dagli organi di stampa, ha provato a fare marcia indietro per evitare l’impatto, che tuttavia è stato inevitabile. Tanta la gente, tra studenti, pendolari ed extracomunitari che popolavano le carrozze dei due treni. Fortunatamente, però, la tragedia è stata evitata. In una nota le Ferrovie del Sud Est, a fine 2016 passate sotto la proprietà di Ferrovie dello Stato spa, fanno notare come il treno in direzione Lecce procedesse a bassa velocità, ragione per cui si è evitato il ripetersi di una tragedia come quella accaduta sulla linea della Ferrotranviaria barese. Uno scontro che, comunque, non si sarebbe dovuto verificare dal momento che, a differenza di quanto accaduto a Corato, dove vige ancora il blocco telefonico tra capistazione per segnalare un treno in partenza, nelle linee delle Ferrovie del Sud Est esiste un controllo centralizzato di tutta la rete. 

L’assessore ai Trasporti della Regione Puglia, Giovanni Giannini, ha precisato che “la linea ferroviaria interessata dall’incidente è a binario unico, ma è attrezzata con il sistema di sicurezza ‘conta assi’, che in caso di linea già impegnata da un convoglio, fa scattare il semaforo rosso per altri treni sulla linea”. Bisognerà, poi, capire in base alla relazione fornita da FSE come siano stati gestiti i 36 milioni di euro stanziati dall’ente regionale con i fondi FESR 2007-2013 a favore delle Ferrovie del Sud Est per la sicurezza, spesi solo in minima parte. 

 

La sicurezza per le FSE? Un optional 

 

Un viaggio lento, tra le campagne salentine, su un solo binario che collega Lecce con i suoi confini più remoti. Un’immagine a tratti romantica che si scontra con i disagi di cui le Ferrovie del Sud Est sono state protagoniste nel corso degli ultimi tempi, tra treni soppressi senza preavviso, studenti e pendolari lasciati a terra o costretti a subire ritardi disumani, passaggi a livello restati aperti mentre il treno era in transito. Segni di una crisi cui il passaggio a fine 2016 sotto il controllo delle Ferrovie dello Stato dovrebbe in qualche modo porre un argine.

A Tuglie, con l’inizio dell’anno scolastico, si sono verificate le prime carenze, studenti con tanto di abbonamento in mano e costretti a rimanere a casa perché il treno non passava. Una situazione verificatasi con una certa costanza nelle prime settimane di settembre. 

Nell’aprile del 2014, nei pressi di Soleto una vecchia littorina prese fuoco, un’avaria al motore all’origine dell’incendio che non creò gravi conseguenze né per il macchinista, né per i pochi occupanti della vettura. Ben più grave l’incendio verificatosi nel marzo del 2013, questa volta dalle parti di San Donato di Lecce: le fiamme si sono propagate dalla motrice fino a tutto il convoglio.

E poi i tanti casi di sbarre rimaste alzate al passaggio del treno che hanno fatto infuriare utenti e politici di ogni coalizione che hanno segnalato a più riprese i malfunzionamenti di una linea che appare sempre più vetusta.  

 

Alessio Quarta