“Io sono il pane vivo disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo”.
Continua il discorso del “pane di Vita” con il quale il Maestro si identifica, dettando le norme di vita cristiana ai discepoli della prima ora e a noi che lo ascoltiamo oggi. Gesù “pane di Vita” è stato il nutrimento di tutti i santi, anche quelli che celebriamo in questo mese di agosto. Ne citiamo alcuni che sono tra i più noti e che ricorrono in questi giorni del calendario: San Giovanni Maria Vianney (1859), più conosciuto come “il santo curato d’Ars”, patrono dei parroci e modello per l’anno sacerdotale a centocinquant’anni dalla morte; San Gaetano Tiene (1547), uomo della provvidenza che lasciò il Veneto per la Campania; San Domenico Guzman (1221), fondatore dei Domenicani ed evangelizzatore dell’Europa, che ha divulgato la recita del santo rosario; San Lorenzo martire di Roma (348), più conosciuto per le stelle cadenti intorno alle quali si esprimono i desideri; Santa Chiara d’Assisi (1253), una delle prime seguaci di San Francesco e fondatrice delle Clarisse. Nel nostro Salento abbiamo tre monasteri di Clarisse (Nardò, Otranto e Alessano) nei quali vivono persone dedite non solo alla preghiera, ma all’esperienza della fraternità e dell’accoglienza per quanti cercano luoghi e persone che ascoltino e accompagnino quanti sono nei disagi e problemi della vita quotidiana. Gesù “pane di Vita” non è tanto nutrimento per il corpo, ma per l’anima; la particola di pane che prendiamo alla comunione non ci riempie lo stomaco, ma ci allarga il cuore. Alla scuola di questi santi possiamo tutti imparare ad avere occhi per guardare, orecchie per ascoltare, lingua per parlare, mani per accompagnare e cuore per amare. Questo “pane di Vita” ha sostenuto il Cristianesimo per oltre duemila anni e continuerà a farlo, a condizione che, nel 2099, non ci vergogniamo di essere affamati di questo pane. Vi auguro, cari amici di Belpaese, giorni tranquilli e sereni per le ferie di agosto.
Frate Roberto Francavilla