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La Lucerna

La forza della vita: una sfida nella povertà. La Chiesa a servizio dell’uomo per i sofferenti.

Sono questi i temi di due importanti giornate che celebriamo nel mese di febbraio: la Giornata della Vita (domenica 7) e la Giornata del Malato (giovedì 11). Il primo tema ha un significato urgente legato alla crisi economica e finanziaria che stiamo attraversando con il dramma della disoccupazione e il futuro incerto per tanti giovani. Persino il papa Benedetto XVI, nel suo intervento settimanale dalla finestra del suo studio, ha lanciato un grido di allarme per esprimere solidarietà ai lavoratori di tante fabbriche che chiudono e tante famiglie minacciate della loro sopravvivenza. Il disastroso terremoto di Haiti ci sta mostrando con disgusto scene di brutalità che avvengono in quell’isola del Mar dei Caraibi, per accaparrarsi il cibo che viene distribuito a fatica, mentre la fame e la sete prolungate provocano rabbia e ribellione con tragici fatti di morte violenta. Eppure, nonostante tutto, in questa prima domenica di febbraio cantiamo l’inno alla vita, perché pur nei contesti di povertà e miseria è sempre un dono che reclama solidarietà, specie per bambini indifesi e anziani abbandonati.

L’altra giornata è stata pensata e voluta da Giovanni Paolo II, che l’ha fissata in coincidenza con la prima apparizione della Madonna a Lourdes, a Santa Bernardetta Soubirous. Appunto perché quel santuario a sud della Francia canta l’inno dell’amore per i sofferenti, che possono prendere tante medicine ma se manca l’amore niente può sostituirlo! Si tratta di riscoprire la vocazione ad essere buoni Samaritani, buone Veroniche e Cirenei per quanti portano la croce della sofferenza. Badate, cari amici di Belpaese, che non vi invito ad atteggiamenti pietosi e compassionevoli, ma a sottolineare una cruda verità: “La croce non si scappa: o sei Gesù che la porta, o sei il Cireneo che aiuta a portarla” (Padre Pio da Pietralcina). Allora, diciamo il nostro grazie ai genitori che sono servi e custodi della vita nel suo nascere e un grazie a quanti in tanti modi l’accompagnano, l’aiutano e la curano.