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La Lucerna

Nella sinagoga gli occhi di tutti erano fissi su di Lui. Allora cominciò a dire loro: “Oggi si è compiuta questa scrittura che voi avete ascoltato”.
Ho davanti a me il fermo immagine riportato da tutti i giornali, del papa Bendetto XVI in visita alla sinagoga di Roma (domenica 17 gennaio) dopo 24 anni dalla visita di Giovanni Paolo II, che chiamò gli ebrei “nostri fratelli maggiori”. È un evento di portata storica che va ben al di là della cronaca spicciola e a volte pettegola di tutti i giorni, perché ci ricorda l’origine ebraica di Cristo Gesù e la dipendenza dall’unico libro che è La Sacra Bibbia. Il giorno dell’incontro è ormai da tempo indicato per il dialogo ebraico cristiano, nonostante i distinguo e le differenze di visione intorno a problemi comuni, che si spera troveranno soluzione con l’apertura dell’Archivio Segreto Vaticano. Dal 18 al 25 gennaio, poi, si celebra la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani a cento anni dal primo raduno tenuto ad Edinburgo (Scozia, 1910) tra cristiani di diverse denominazioni, per mettere in pratica la preghiera detta da Gesù nell’ultima cena: “Padre Santo, che siano uno come noi”. Le divisioni tra i cristiani sono in contrasto con la verità del Vangelo della riconciliazione. Inoltre ci sono nuove sfide che chiedono un impegno unitario dei cristiani, come la mentalità consumistica ed edonistica, allertata dalle catastrofi della natura e dallo sciacallaggio spietato (terremoto ad Haiti). Altra sfida è l’immigrazione di massa che sa approdare in Italia dall’Est Europa, dall’estremo Oriente e dall’Africa centinaia di migliaia di fratelli e sorelle quasi fossero una preghiera accorata che richiede soltanto risposte di accoglienza e solidarietà e non etichette di clandestini o extra comunitari!
Amici di Belpaese, non tralasciamo insieme alla preghiera, uno sguardo benevolo ed un gesto cortese verso chiunque incontriamo, perchè sulle strade del mondo siamo tutti pellegrini e forestieri.

Frate Roberto Francavilla