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La Lucerna

L’angelo Gabriele entrò nella casa di Nazareth e salutò Maria: “Ave, piena di grazia, il Signore è con te”. Allora Maria disse: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga per me secondo la tua parola”.
Mentre abbiamo appena iniziato il cammino dell’Avvento ci viene incontro la festa dell’Immacolata (8 dicembre), per la quale celebriamo la Novena mattutina molto sentita e partecipata nel nostro Salento. La devozione popolare ha consacrato alla Madonna ben due mesi: maggio, mese dei fiori, e ottobre, mese del rosario. Ma il tempo più adeguato per celebrarla è proprio l’Avvento, perché lei è la Vergine dell’Attesa. Un popolo intero era ai piedi del Monte Sinai per il patto di alleanza tra Dio e Israele, ma con il passare dei secoli una sola creatura è in attesa della salvezza di Dio: Maria di Nazareth, in casa della quale Dio manda l’angelo Gabriele a portare il lieto annuncio. Tre volte al giorno le campane della chiesa ci ricordano questo evento straordinario che la tradizione chiama Angelus Domini o Ave Maria.
La Vergine immacolata ci insegna che Dio fa grandi cose quando guarda l’umiltà e la disponibilità dei suoi servi. Sembrava tutto compromesso per l’infedeltà dell’Antico Israele, invece Dio non dimentica l’umanità e per il sì di Maria ricomincia tutto d’accapo, per dare al mondo il Salvatore. Per questo motivo la teologia parla di Maria come nuova Eva, che ci dato Cristo nuovo Adamo. Certo, quello che in Maria è un privilegio, legato alla sua divina maternità, l’apostolo Paolo ci ricorda che per noi è una vocazione: “Essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità”. La festa dell’Immacolata è perciò una parentesi di trasparenza e limpidezza in un mondo inquinato e contaminato non solo in terra, cielo e mare, ma anche nei cuori e nelle menti. Il Battesimo ci ha certamente liberati dal peccato originale, ma non ci ha resi impeccabili! San Paolo direbbe: “Vedo il bene, lo approvo, ma faccio il male!”. Non occorre portare le prove di quanta cattiveria e malvagità è pieno il mondo; l’Immacolata ci doni uno spiraglio di eternità e ci apra alla speranza di un mondo migliore e di una Chiesa più bella.

Frate Roberto Francavilla