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Il “tandem” delle opposizioni a Palazzo Carafa

Il centrosinistra da un lato e Io Sud e l’Udc dall’altro fanno ormai coppia fissa nell’esercizio dell’attività della minoranza in Consiglio comunale
 
Il copione sembra ormai collaudato. L’opposizione di centrosinistra solleva un’eccezione, il centrodestra la ignora e si finisce dal Prefetto in formazione allargata. Le due opposizioni di Palazzo Carafa, infatti, lavorano ormai praticamente in coppia. Da una parte il centrosinistra, dall’altra Io Sud. E poi c’è il “centro moderato” di Wojtek Pankiewicz che, federandosi con l’Udc, ha resuscitato anche lo Scudocrociato tra i banchi del Consiglio comunale leccese, da dove una serie di defezioni e la sospensione di Stefano Ciardo lo avevano cancellato. Questa volta a scatenare il putiferio è stata l’assenza del numero legale necessario ad iniziare la seduta di Consiglio. Il presidente dell’assemblea promette di rifare di lì a poco l’appello ma poi, ricordatosi della presenza fuori dall’aula dei tre consiglieri che il seguente punto all’ordine del giorno avrebbe fatto subentrare ai neo assessori, decide di invitarli a prender posto e risolvere così il problema. 
Da approvare c’erano non solo alcune variazioni di bilancio ma anche la permanenza in Consiglio di Luigi Rizzo, l’ex presidente della Commissione Servizi Sociali dell’ente, sulla cui compatibilità esiste un parere contrario del Ministero dell’Interno. Inutile dire che nel clima litigioso che caratterizza da principio la legislatura Perrone, lo strappo alla regola è stato immediatamente registrato come una manipolazione dei principi, tanto più che le perplessità dell’opposizione sono rimaste inascoltate. Le rimostranze di qualche minuto più tardi ai tavolini del bar, una volta che centrosinistra e Io Sud avevano lasciato l’aula, hanno solo confermato che, almeno in città, l’alleanza funziona. L’indomani lo stesso gruppo ha denunciato in Prefettura l’accaduto, annunciando anche il ricorso al Tar contro la nomina di Rizzo. Al suo posto l’Udc avrebbe, infatti, voluto Andrea Corvaglia, coordinatore cittadino del partito, mentre per ora dovrà accontentarsi del solo, anche se battagliero, Wojtek Pankiewicz. Il professore che sfidò Perrone da “outsider” con il suo centro moderato ha infatti ufficializzato mercoledì scorso l’adesione al progetto di Casini. E fargli compagnia c’erano anche i consiglieri provinciali Mario Pendinelli, sindaco di Scorrano e già da un po’ lontano dal centro destra provinciale, ma soprattutto Giovanni Siciliano. Quest’ultimo fu eletto nella lista della candidata presidente Loredana Capone ma oggi bolla la civica come un’esperienza deludente, annunciando il suo rientro nell’area di centro. 
Come detto, però, anche Gabellone ha i suoi problemi: nel Consiglio provinciale di giovedì il Partito Democratico gli ha infatti confezionato una scottante domanda a risposta scritta che riguarda la sua Giunta. Il capogruppo Cosimo Durante, insieme ai consiglieri Rampino, Caputo, Schiavone e Capone chiedono al presidente se l’assessore Marcella Rucco faccia ancora attivamente parte dell’esecutivo provinciale, visto che da maggio non prende parte alle sedute di Giunta. Sulla questione, il presidente aveva sinora mantenuto un certo riserbo, negando le voci su una possibile sostituzione dell’assessore, che è anche provveditore agli studi, ed ammettendo invece l’esistenza di alcuni non precisati impedimenti di natura tecnica. Oggi però, la situazione richiede una soluzione rapida, che potrebbe passare per un ritocco della delega assessorile. 
 
Alessandra Lupo