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Il Grand Hotel torna agli antichi fasti

Inaugurato, dopo cinque anni di lavori di restauro, lo storico albergo testimonianza di un’epoca e di uno stile unici 
 
Il monumentale Grand Hotel su viale Oronzo Quarta è stato inaugurato martedì scorso dopo cinque anni di restauro e la città si riprende un pezzo della sua storia. Tra la fine del 1800 e gli inizi del 1900, il noto medico leccese Oreste Andretta, fece costruire un palazzo, una bellissima struttura in stile liberty, per viverci con la sua famiglia e poter ospitare i numerosi e importanti ospiti che amava ricevere. Difficile mantenere una casa di quelle dimensioni, così nel 1930, a seguito di un significativo intervento di ampliamento, il complesso divenne il Grand Hotel di Lecce. Per quasi settant’anni fu uno degli alberghi più rinomati della città, ma l’epilogo della sua onorata carriera non fu al pari con la sua storia. Negli anni Novanta cominciò la parabola discendente con un lento e inesorabile declino terminato nel 2004 con la chiusura della struttura ormai fatiscente ed obsoleta. 
Dopo cinque anni di restauro accurato l’Hotel in puro stile liberty torna ad accogliere i clienti. La pensilina è stata salvata, almeno una perché di un’altra tettoia liberty che copriva l’ex mercato coperto non se ne parla più. I lavori di ristrutturazione hanno cercato di conservare al massimo lo stile originario. L’ingresso è segnato dalla vecchia scritta dorata. Per la reception e il bar la proprietà, Puglia Class, non ha badato a spese e i banconi sono arrivati a Lecce dal “Danieli” di Venezia. Le maniglie delle porte, i fregi, gli stucchi interni, gli elementi scultorei lavorati a scalpello sono stati interamente recuperati. Insomma è stato riportato alla vita quello che oggi, a buon diritto, è un 4 stelle con 51 camere e una suite (in origine ne aveva 78) e l’ormai immancabile, in ogni albergo che si rispetti, centro benessere. L’edificio è una tra le più interessanti testimonianze dell’architettura dei primi anni del Novecento nella città di Lecce, oggi arricchito da uno splendido giardino interno in cui sono state recuperate le piante preesistenti integrandole con vegetazione tipicamente mediterranea. Alla direzione sarà una donna, Chiara Lamacchia. 
 
Maddalena Mongiò