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Il “San Giuseppe Sambiasi” si avvia a chiudere i battenti

Il Comitato “Spes Civium”, che si batte contro la chiusura del nosocomio cittadino, lancia durissime accuse agli amministratori locali 
 
Il colpo finale è stato inferto a luglio: una delibera commissariale che ridefinisce le funzioni dell’ospedale di Nardò, declassandolo a generico Punto di Primo Intervento, smembrato anche dei reparti di Medicina e Chirurgia di Pronto Soccorso. Nulla può, neppure il Consiglio di Stato che lo scorso 29 luglio ha rigettato l’istanza presentata dal Comitato contro la chiusura dell’ospedale, dopo che già il Tar di Bari aveva espresso parere negativo alla riapertura dello stesso. 
Anche il nosocomio neretino, dunque, finisce per essere spazzato via dal Piano di riordino ospedaliero. Da diversi anni Nardò vive il drammatico e al tempo stesso singolare rischio di ritrovarsi, nei fatti, senza un ospedale pur essendo il più popoloso Comune della provincia dopo il capoluogo. 
“Spes Civium”, questo il nome del comitato, si batte ricorrendo a tutti i mezzi che la democrazia mette a disposizione: ricorsi al Tar, proposte alternative, cortei, incontri pubblici e dialogo pressante con le istituzioni. I suoi promotori fanno sapere che la propria battaglia parte da considerazioni di natura esclusivamente tecnica, tralasciando ogni contenuto di tipo politico. Ed è Roberto Filograna, medico e presidente di “Spes Civium”, a lanciare stavolta pesanti accuse agli amministratori locali. In una lettera aperta dei giorni scorsi Filograna dichiara che “l’Amministrazione comunale di Nardò, pressata dall’opinione pubblica, ha fatto ricorso al Consiglio di Stato senza però depositare presso la Cancelleria del Giudice di seconda istanza tutta la documentazione, in allegato al ricorso al Tar presentato a suo tempo dal nostro Comitato”. 
Tale mancanza, secondo Filograna, potrebbe aver pregiudicato l’esito dell’appello. Se accertata, non si tratterebbe di una distrazione da poco: Filograna chiede all’Amministrazione comunale di fornire i necessari chiarimenti alla cittadinanza e dare mandato all’Ufficio Legale Comunale di presentare con urgenza al Tar Puglia apposita istanza per accelerare la discussione nel merito del ricorso già presentato contro il Piano di Riordino Ospedaliero. Finora i consiglieri comunali hanno espresso l’unanime volontà di salvare e potenziare il “San Giuseppe Sambiasi”, condividendo in toto le istanze portate avanti fin qui da “Spes Civium”. 
Ma le perplessità non finiscono qui. Lo scorso 27 luglio un altro membro del Comitato, l’ingegner Francesco Antico, aveva inviato una lettera ai sindaci di Copertino, Galatina e Gallipoli ed al Comando dei Carabinieri di Nardò per chiedere di avere accesso agli atti che riguardano il certificato di agibilità delle strutture ospedaliere di Copertino, Galatina e Gallipoli. “Tale richiesta -conclude Filograna- è rimasta tuttora inevasa e quindi appare consumato il reato penalmente perseguibile di omissione di atti d’ufficio”. Sembrano lontani anni luce i tempi in cui la città si vantava simpaticamente di avere un reparto Maternità che ha dato i natali a Fabrizio Miccoli e Giuliano Sangiorgi. 
 
Stefano Manca