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I migranti chiedono aiuto ma i dubbi non mancano

Preoccupazione per alcuni messaggi affissi su muri e cartelli stradali da alcuni ospiti delle strutture di accoglienza. Intanto il responsabile Giuseppe Maggio assicura la piena correttezza dell’attività 

 

L’emergenza dei migranti in Italia non è circoscritta solo ai drammatici sbarchi sulle nostre coste, ma prosegue con le difficoltà legate alla loro accoglienza e al loro relativo soggiorno. Criticità che si palesano sotto l’aspetto legale e burocratico, ma anche in merito alla gestione di numerosi ragazzi di diversa nazionalità e spesso cultura, ognuno con un proprio personale carattere. E questo è ciò verificato nei giorni scorsi a Ortelle e Vitigliano, dove trovano ospitalità un centinaio di immigrati: su alcuni muri e cartelli stradali sono infatti comparsi dei messaggi i quali, in un italiano stentato, anonimi denunciavano assenza di cibo e mancanza del versamento del pocket money (il bonus giornaliero concesso ai richiedenti asilo per le piccole spese quotidiane, che ammonta circa 2,50 euro) da ben tre mesi. 

Risalire ai migranti quali autori di questo grido d’aiuto è stato automatico e tanto è bastato a far accendere le discussioni tra gli abitanti delle due comunità. A gettare acqua sul fuoco, però, ci ha pensato Giuseppe Maggio, responsabile della gestione degli immigrati: “Si tratta di un episodio isolato. Un mal di pancia dovuto al ritardo della commissione territoriale a tenere il colloquio con i ragazzi delle strutture attraverso il quale rilasciare loro il permesso di soggiorno. Purtroppo la commissione è sommersa da richieste di asilo e di conseguenza i tempi si allungano sensibilmente. Nessun problema col pocket money, anche perché settimanalmente versiamo ad ognuno di loro quanto spettante. Ad ogni modo, abbiamo segnalato il caso alla Prefettura”. 

Lo stesso Maggio ha poi circoscritto l’episodio ad una iniziativa di un gruppo di ragazzi nigeriani più esagitati rispetto agli altri; della stessa idea anche altri ospiti delle strutture, di un’altra nazionalità, che hanno negato l’esistenza di qualsiasi problema relativo alla loro gestione e ammesso che alcuni nigeriani utilizzano il loro pocket money per spese non necessarie. Giuseppe Maggio non solo si è pero difeso dalle accuse, ma ha anche rilanciato: “Qualche cittadino ha approfittato della loro presenza per impiegarli saltuariamente in attività agricole, compensandoli però con pochi euro. Alcuni dei ragazzi si sono per questo sentiti sfruttati e così ho raccomandato gli altri responsabili del centro a vigilare affinché queste situazioni non si verifichino più”. 

Come anche ribadito dal Prefetto, per consentire una gestione serena e corretta dei ragazzi, è necessario che vengano costantemente coinvolti nelle attività proposte dai responsabili: “Offriamo loro protezione, aiuto in ambito sanitario, li accompagniamo alle udienze in commissione e offriamo anche copertura legale. E per evitare situazioni spiacevoli proponiamo lezioni di italiano e corsi di manualità con i quali vengono impiegati nella realizzazione di oggetti in cartapesta o argilla, senza dimenticare le attività sportive. Tutto questo -conclude Maggio- per tenerli sempre coinvolti in nuove attività e suscitare in loro nuovi interessi”.  

 

Tra risse e aggressioni la situazione resta tesa  

 

L’affissione dei messaggi di denuncia non è però stato l’unico episodio che ha visto protagonisti i migranti ospitati nelle strutture di Ortelle e Vitigliano. Alcuni ragazzi del centro hanno lanciato altre accuse, ben più gravi e pesanti, raccontandole davanti alle telecamere di TeleNorba: un ragazzo ha affermato di essere stato minacciato, insieme ad altri ospiti, da tre persone (un italiano e due pachistani) di cui uno in possesso di una pistola. I responsabili delle strutture hanno escluso categoricamente che possa essersi verificato un episodio del genere, confermando invece una rissa scoppiata, proprio in quei giorni, tra alcuni degli stranieri ospitati a Vitigliano; la colluttazione sarebbe nata per beghe personali e avrebbe reso necessario l’intervento dei Carabinieri. 

L’episodio non è stato privo di conseguenze perché ad avere la peggio è stato uno dei collaboratori della gestione del centro di accoglienza, ferito ad una gamba nel tentativo di sedare la rissa. Una lite che, secondo i gestori, sarebbe stata ingigantita ad arte, molto probabilmente allo scopo di accendere i riflettori della polemica sulla gestione dei migranti. 

 

Alessandro Chizzini