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Giustizia alimentare e clima, Melpignano alla “Climavore Assembly”

Il comune salentino presente a Roma al primo confronto internazionale su temi legati al cibo e all’ambiente

Cibo, arte e ambiente viaggiano di pari passo. L’amministrazione di Melpignano lo sa e partecipa alla prima “Climavore Assembly d’Italia”, confronto internazionale sui temi della giustizia alimentare e della sostenibilità climatica. Un progetto lanciato nel 2015 dalla piattaforma di ricerca Climavore, impegnata nell’avviare processi di trasformazione e riduzione dell’impatto dell’industria alimentare sull’ecosistema, anche attraverso le connessioni col mondo della cultura, dell’agricoltura e del piccolo artigianato. Il progetto Climavore indaga il rapporto tra il cibo e la crisi climatica e lavora per immaginare diete rigenerative e nuove infrastrutture alimentari.

L’incontro, al quale hanno preso parte coltivatori, artisti, ricercatori, accademici, ambientalisti e amministratori d’Italia e del bacino del Mediterraneo, si è svolto a Roma il 28 e 29 ottobre. Giorni tutt’altro che casuali, che sono coincisi con la settimana del Forum mondiale dell’alimentazione.

Due giornate strutturate in convegni, dibattiti e case studies, tra il Museo delle Civiltà e il Campidoglio, per attutire i colpi di una crisi climatica non più passivamente, ma ripensando a politiche proattive tese a valorizzare l’agrobiodiversità, l’etica dei consumi e la custodia dei semi.

Passando attraverso la connessione col mondo delle arti e della cultura, re-immaginando anche il ruolo di musei e istituzioni culturali come agenti di trasformazione dei sistemi alimentari e agricoli nel contesto della crisi climatica. Non a caso, tra gli interventi, anche quelli di Frances Morris, direttrice emerita della Tate Modern Gallery e di Parviz Koohafkan, fondatore e presidente della World Agricultural Heritage Foundation.

Soddisfatta la prima cittadina Valentina Avantaggiato: “L’averci coinvolto ha rappresentato un riconoscimento importante per questa comunità che da tempo lavora e progetta intorno al tema del ‘cibo’, inteso come paradigma di un nuovo sviluppo sostenibile per questa terra. Per l’Onu la sicurezza alimentare può essere realizzata principalmente attraverso la democratizzazione del cibo: mediante cioè la promozione della ‘sovranità alimentare’, che si concretizza a partire dalla ricostruzione dei sistemi agro-alimentari locali. Questa è la sfida, già avviata da tempo a Melpignano col progetto ‘Mensa etica a km0’ e la rassegna ‘Mercato del Giusto’, che porta i produttori in pubblica piazza”.

“E oggi – continua la sindaca – l’impegno continua con l’avvio a novembre, sempre a Melpignano, del Master universitario in ‘Gastronomie sostenibili e politiche pubbliche del cibo’. Progetti importanti che nascono dalla necessità di costruire politiche pubbliche che garantiscano l’accesso al cibo. Il pubblico, nell’esercizio delle sue funzioni, non può sottrarsi alla creazione di condizioni per cui a tutti, indistintamente, debba essere garantito tale diritto. Se si vuole ridisegnare lo sviluppo sostenibile del territorio per almeno i prossimi trent’anni, bisogna pianificare e tenere come fulcro della nostra politica la produzione di cibo sano e giusto, sviluppando lungo questa direttrice sia la produzione agricola, sia il riconoscimento dei giusti redditi ai contadini. Così come anche l’educazione alimentare e il nuovo approccio al paesaggio. Il cibo è elemento di cultura, di produttività etica, strumento di welfare chiave che può essere letto persino in chiave urbanistica. Da oggi siamo meno soli”.

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