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Futuro incerto per i lavoratori dell’Adelchi

Nel corso dell’udienza del 28 giugno presso il Tribunale di Lecce sarà esaminata la richiesta dei commissari giudiziali, che hanno depositato istanza di revoca del concordato preventivo. Se fosse dato parere positivo, si avvierebbero dunque le procedure di fallimento dell’azienda
 
Il fallimento totale dell’azienda calzaturiera “Nuova Adelchi Spa” di Tricase è alle porte? Sembra proprio di sì, dopo che nel corso di questi ultimi anni sono venuti meno gli accordi di programma, le promesse siglate, i fiumi di verbali stilati, senza parlare degli incontri amministrativi e politici, prese di posizione, istanze e tante proteste degli ex dipendenti.
La vertenza che si trascina da anni e scuote non solo il centro tricasino, ma tutto il Salento. L’azienda ora vive sotto la lente di ingrandimento della Procura della Repubblica, dopo essere stata indiziata per presunta truffa ai danni dell’Inps. I giudici del riesame hanno per il momento dissequestrato i beni patrimoniali di patron Adelchi Sergio, messi inizialmente sotto chiave nell’aprile scorso. Intanto gli operai sono tutti in cassa integrazione e il loro futuro resta sempre più incerto. Ora nelle loro famiglie c’è molta attesa ed ansia, ma anche sconforto, dopo l’istanza depositata dai legali al Tribunale di Lecce per far saltare il “concordato preventivo”, la cui richiesta era stata depositata dall’azienda Adelchi il 30 giugno dello scorso anno.  
Come si ricorderà, gli stessi operai un anno fa furono scettici quando fu presentato il concordato preventivo. Il fallimento totale era dietro l’angolo. La preoccupazione di centinaia di persone che per tanti anni hanno lavorato presso i padiglioni ubicati lungo la provinciale per Montesano è giunta all’epilogo finale. Il concordato preventivo a cui l’azienda calzaturiera “La Nuova Adelchi Spa” di Tricase era stata ammessa ha sempre preoccupato sin dall’inizio i numerosi dipendenti. E la svolta è arrivata l’11 novembre scorso quando presso il Tribunale di Lecce sono stati convocati tutti i creditori dell’azienda, funzionari dell’Inps e dipendenti. 
L’istanza del concordato per superare la crisi era stata presentata dalla “Nuova Adelchi” lo scorso 30 giugno, unitamente al pacchetto finanziario dei debiti, l’elenco dei creditori e il valore dei beni mobili e immobili della stessa società. Il concordato preventivo è una procedura concorsuale che punta ad evitare l’iter fallimentare e la conseguente disgregazione dell’impresa. Una procedura che implica sacrifici e pazienza da parte dei creditori, i quali rischiano di non vedere soddisfatto completamente il proprio credito. Ecco la ragione per la quale la preoccupazione dei dipendenti è rivolta soprattutto alle imprese creditrici che sarebbero state scettiche alla proposta di concordato. 
La porta quindi si apre  alla conseguente procedura fallimentare. Un iter pericoloso dal punto di vista tecnico in quanto scatterà automaticamente per un anno la cassa integrazione ministeriale e successivamente la messa in mobilità. Tutto ciò che si temeva, dunque, si è avverato. Alla luce dei fatti, è evidente come tutta la matassa relativa al concordato, pendendo da contenziosi con l’Inps, sia stata probabilmente revisionata. Adesso non resta che attendere l’udienza del 28 giugno, perché la parola fine spetta solo ed esclusivamente ai giudici. 
 
Giovanni Nuzzo