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Fiat-Cnh torna ad assumere

Ottimismo per l’azienda salentina specializzata nella produzione di macchine movimento terra: 45 nuovi apprendisti dal 4 novembre

 

Fiat Cnh di Lecce comincia ad assumere circa 45 apprendisti dal prossimo 4 novembre. Positivo il parere delle sigle sindacali che commentano: “Risultato positivo, la Cnh non smobiliterà ed abbiamo ottenuto l’assunzione di 45 apprendisti”. Sappiamo già da tempo che nei piani dell’azienda torinese vi è sicuramente il rilancio dello stabilimento di Lecce-Surbo a scapito di quello di Imola che entro breve dovrebbe chiudere i battenti proprio per favorire lo stabilimento salentino. Esistono però degli aspetti da chiarire: in primis, la ricollocazione dei 400 operai di Lecce dipenderà esclusivamente dall’andamento del mercato, ossia se le macchine movimento terra saranno vendute, i lavoratori potranno essere riconvocati in fabbrica. In caso contrario per loro ci sarà la cassa integrazione straordinaria che dovrebbe iniziare dal 9 novembre 2009 e terminare il 31 ottobre 2010.
Punta di diamante della produzione salentina sarà sicuramente “Terna” un mini escavatore già in produzione ad Imola, produzione che sarà poi trasferita a Lecce. Inoltre la Cnh produrrà a Lecce anche le altre quattro linee, come il “Weel Loader”, il ”Dozer”, il “Theleandler” ed il “Mini Weel Loader”. Le previsioni nel complesso positive per lo stabilimento Fiat che nel 2010 dovrebbe vedere il suo anno del rilancio definitivo, magari anche con la ripresa della produzione industriale a pieno ritmo. Buone notizie anche per l’indotto che in questi mesi ha vissuto momenti bui a causa della crisi della Cnh, Attualmente sono in cassa integrazione straordinaria circa 3mila operai, tutti i lavoratori delle 31 aziende dell’indotto che operano per conto della Cnh Italia. Il caso più eclatante è quello dell’Alcar, azienda di proprietà di Dario Montinari, ex presidente della sezione Metalmeccanica di Confindustria. Per i 340 operai dell’Alcar è scattata la cassa integrazione straordinaria per un anno. Stessa situazione anche per le altre aziende.
Il rilancio dello stabilimento leccese era nei piani dei vertici Fiat già nei mesi scorsi. Era infatti evidente nelle dichiarazioni di Sergio Marchionne: “Non c’e’ nessun rischio di chiusura per i due stabilimenti di Cnh in Italia (per quello di Imola e’ prevista la chiusura entro il 2011), ovvero San Mauro Torinese e Lecce perché riordinando la produzione di Imola, dovremo assicurare il futuro degli altri due”.  Marchionne anche relativamente a Termini indicò che la conversione doveva essere “un progetto da intraprendere.” Dall’altra parte senza dubbio molto preoccupati erano i sindacati che già la scorsa estate avevano avvertito tramite Salvatore Bergamo, segretario generale Fiom Cgil Lecce: “Negli ultimi anni la provincia di Lecce ha visto molte delle aziende del territorio procedere con il ridimensionamento degli organici: non possiamo permetterci ulteriori perdite di posti di lavoro. Inoltre, c’è bisogno di intervenire con fermezza presso il Ministero del Lavoro a Roma, e presso le sedi Inps territoriali per accelerare i tempi di approvazione e messa in liquidità di tutti gli ammortizzatori in essere. Ci sono infatti lavoratori che non vedono un euro da sei mesi, una su tutte la Cpm di Carmiano che è stata la prima azienda a chiedere la Cigs”. Lo stesso sindacalista aveva commentato in merito al problema dell’indotto che “è ora che le aziende metalmeccaniche salentine allarghino i propri interessi a nuovi settori produttivi, investendo ad esempio sulle energie rinnovabili, settore ad oggi meno colpito dalla crisi internazionale”, preoccupazione espressa anche da diversi parlamentari, che nei mesi scorsi erano particolarmente preoccupati per l’emorragia di posti di lavoro che si stava per paventare. Per quanto riguarda la Cnh, per il momento, sembra uno spettro minaccioso che si sta allontanando.

 

Carla Falcone