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Dopo l’Emporio arriva il “microcredito solidale”

Realizzato dalla Comunità Emmanuel, la struttura è ad oggi un prezioso punto di riferimento nell’Ambito Sociale Territoriale. Ora si punta ad ampliare i servizi a sostegno dei meno abbienti con lo strumento del microcredito 
 
L’Emporio Solidale è un vero e proprio supermercato di circa 500 mq, realizzato dalla Comunità Emmanuel in un capannone di proprietà, sul 4° km della S.P. Lecce-Novoli. Il progetto, affidato alla direzione del vice presidente della Comunità, Daniele Ferrocino, riprende l’idea realizzata solo un anno prima dalla Caritas Diocesana di Roma per arginare il problema delle “nuove povertà” figlie dalla crisi economica. La struttura fornisce per un periodo di tempo limitato, beni di prima necessità alle famiglie in stato di disagio, mentre lavora affiancando le persone in un progetto di reinserimento professionale. 
E lo dimostra a partire dal personale della struttura, che unisce ai volontari alcune persone socialmente svantaggiate, reintegrate nel mondo del lavoro attraverso l’istituzione delle borse lavoro. “L’Emporio non deve diventare assistenzialismo puro, fine a se stesso -spiega Salvatore Esposito, responsabile dell’ufficio di fund raising-. L’accompagnamento deve fare in modo di tirare fuori tutte le capacità, energie e condizioni, per far diventare quella persona e famiglia protagonista della propria vita. Accompagnarla in un percorso di uscita da questa situazione e farla rientrare nel mondo del lavoro”. 
Infatti il passo successivo a cui stanno lavorando i volontari, la prosecuzione naturale del progetto, sarà l’istituzione di una rete di sinergie che renda possibile creare lavoro tramite il microcredito. Questa fase d’attuazione potrebbe partire già questo autunno: “Stiamo costruendo una rete con le istituzioni -prosegue il responsabile- con il Comune, con la Provincia, con la Caritas, con la Banca Popolare Pugliese, per estendere questo servizio non solo all’Emporio ma anche attraverso la possibilità di portare a Lecce il microcredito. E per farlo ci vuole una rete di istituzioni che accettino di mettersi insieme”. 
Un progetto in crescita dunque, che l’anno passato ha garantito il suo servizio per 3 mesi, a rotazione, a più di mille famiglie e che punta a raddoppiare presto il bacino d’utenza. Ma che deve anche fare i conti con i risultati modesti della raccolta fondi. Per Salvatore ci vuole una maggiore consapevolezza della filiera agroalimentare: molte aziende non comprendono la portata del ritorno di immagine che una partnership comporterebbe. O non conoscono gli incentivi fiscali previsti dalla legge per questo genere di aiuti, come il recupero dell’Iva sui prodotti devoluti: si tratta della legge 153/2003, conosciuta come “Legge del buon Samaritano”. In quest’ottica le esigenze dell’emporio intercettano anche il problema degli sprechi alimentari, prodotti in scadenza o con problemi di confezionamento, che dovrebbero altrimenti essere portati al macero a pagamento.
 
Valentina Zammarano