La riduzione dei trasferimenti statali colpirà in maniera corposa gli enti locali, costretti a una riduzione dei servizi essenziali a discapito di famiglie e categorie più deboli. Si va dai 3 milioni di euro in meno per Lecce ai 49mila euro in meno per Porto Cesareo
I tagli previsti per il 2011 ai trasferimenti statali ai Comuni italiani al di sopra dei 5mila abitanti ammonteranno a 1,5 miliardi di euro. Il calcolo, ripreso dal Partito Democratico leccese, illustra con terribile crudezza quanto saranno difficili per gli enti locali i mesi a venire. Il contributo chiesto ai Comuni per il rispetto del Patto di Stabilità dell’anno in corso è di 1,8 miliardi di euro: nello specifico i pugliesi dovranno rinunciare a 432 milioni di euro, di cui 302 tagliati alla Regione e 101 ai Comuni superiori a 5mila abitanti, 57 milioni in provincia di Lecce con il Comune capoluogo che sarà privato di quasi 3milioni di euro. Ma, in realtà, il conto per i Comuni sarà ancora più salato, perché ai tagli diretti si aggiungerà la riduzione dei contributi, per i costi dei servizi al cittadino, cui saranno costretti le Regioni e le Province. Secondo il Pd leccese la scelta della logica dei tagli lineari provoca un taglio fisso ai Comuni, virtuosi o spreconi, del 11,2% dei trasferimenti: “Il problema più grande è che i Comuni sono i principali erogatori di servizi al cittadino e si trovano, da un lato, a non avere più capacità impositiva e, dall’altro, ad essere sottoposti ai vincoli del Patto di Stabilità, con i quali il centrodestra incapace di modificarlo impedisce di fatto gli investimenti da parte degli Enti locali”.
I calcoli non si fermano qua: con gli ultimi provvedimenti il fondo delle politiche per la famiglia scende dai 100 milioni di euro del 2010 a 52,4 milioni per il 2011; il fondo nazionale per le politiche sociali scende dai 380,2 milioni del 2010 a 72,2 milioni per il 2011; il fondo di sostegno all’accesso abitativo in locazione scende dai 143,8 milioni del 2010 a 33,5 milioni per il 2011. “Questi tagli dei trasferimenti -concludono dal Pd- faranno in modo che i cittadini che usufruiscono dei servizi saranno chiamati a coprirne i costi, soprattutto per quei servizi a domanda individuale come mensa scolastica, scuolabus, assistenza domiciliare agli anziani ed altri. Per questi servizi la quota spettante al cittadino è stata finora limitata a partire dal 36%, il rischio grosso è che i fruitori di questi servizi siano chiamati, l’anno prossimo, a pagarseli per intero. A questo si sommerà la situazione del trasporto pubblico locale, che vedrà aumentare le tariffe del 30%, e di ulteriori aumenti delle altre diverse utenze (gas, energia elettrica, telefoni, ecc.) che si stimano peseranno ulteriormente sul bilancio delle famiglie per oltre mille euro.
Nel Salento il Comune più colpito sarà Lecce, con un riduzione di 2.976.998,84 euro. A seguire Galatina con 696.589,70 euro, Nardò con 663.659,57 euro, Copertino con 591.648,09 euro, Casarano con 515.201,16 euro, Gallipoli con 461.375,86 euro, Galatone con 377.551,46 euro, Campi Salentina con 333.341,56 euro, Maglie con 328.627,33 euro, Carmiano con 291.124,78 euro, Cavallino con 238.036,46 euro, Calimera con 237.470,87 euro, Lizzanello con 230.421,36 euro, Aradeo con 230.188,31 euro. I restanti Comuni avranno riduzioni al di sotto dei 200mila euro: Martano 188.656,77 euro, Alessano 167.976,18 euro, Collepasso 161.682,12 euro, Poggiardo 158.686,46 euro, Gagliano del Capo 155.552,38 euro, Muro Leccese 122.077,15 euro, Andrano 117.828,78 euro, Corigliano d’Otranto 111.489,65 euro, Otranto 87.675,46 euro e Castrignano del Capo 85.550,43. Chiude Porto Cesareo con 49.374,95 euro.