La richiesta di coincenerimento di rifiuti avanzata dalla Colacem ha dato vita a una polemica forte che si trascina da mesi e che, con le rispettive ragioni, vede schierati da una parte l’azienda di Galatina e dall’altra il fronte del “no al Cdr”, rappresentato dal Comitato intercomunale “Non inceneriamo il nostro futuro”. Nel mezzo la Provincia di Lecce, il cui Consiglio ha recentemente ribaltato il parere negativo espresso in precedenza dalla Commissione Ambiente dello stesso ente
Dicembre 2010: la Commissione Ambiente della Provincia di Lecce deliberò il suo parere contrario alla richiesta di coincenerimento di Cdr avanzata da Colacem. Sembrava un regalo sotto l’albero per il fronte del “no al Cdr”. L’indirizzo della Commissione Ambiente coinvolgeva il presidente della Provincia, Antonio Gabellone (nella foto), e l’intero Consiglio provinciale. I punti fermi della delibera? La tutela della salute pubblica, in particolare di quella delle popolazioni che vivono in prossimità dell’impianto Colacem di Galatina. Insomma, prima di tutto la salute, poi si pensa al resto. In sintesi la Commissione Ambiente ritenne fondate le preoccupazioni espresse da quanti (enti, associazioni, insomma il fronte del “no”) hanno ribadito senza tregua in questi mesi circa l’aggravamento delle condizioni ambientali e dell’incidenza di tale aggravamento sulla salute delle stesse popolazioni a seguito dell’eventuale messa in esercizio del coincenerimento di Cdr.
Il Consiglio provinciale ha ora aperto una possibilità per Colacem. Contro questa delibera è sceso in campo il “Coordinamento Civico per la Tutela del Territorio, della Salute e dei Diritti del Cittadino” di Maglie che si è appellato al difensore civico della Provincia di Lecce, Giorgio De Giuseppe, affinché inviti il presidente della Provincia, Antonio Gabellone, a ritirare “la delibera della vergogna”. E non solo: il Coordinamento Civico ha chiesto allo stesso Difensore civico di farsi portavoce delle istanze del territorio per valutare non solo l’opportunità di coincenerire, ma anche la presenza stessa sul territorio del cementificio di Galatina.
Dal canto suo il Comitato intercomunale di Galatina e comuni limitrofi “Non inceneriamo il nostro futuro” si appella al presidente della Provincia Antonio Gabellone, “nella sua veste di padre di famiglia, prima ancora che di presidente e garante della salute di tutti i salentini”, affinché convochi un nuovo Consiglio provinciale monotematico per ritirare la delibera della discordia. Il comitato, a cui hanno dato l’adesione varie realtà tra cui i Comuni di Corigliano d’Otranto, Soleto, Sogliano Cavour, Cutrofiano, Zollino, Forum ambiente e Salute, Comitato Soletano Antifumi, Nuova Messapia, Gaia, Lilt, Cittadinanza Attiva, Legaambiente e Cambiamo Aria, si dichiara indignato per quanto accaduto durante l’ultimo Consiglio provinciale.
Ma dopo il voto all’unanimità in Consiglio provinciale, sulla delibera per la richiesta di Colacem di coincenerimento, il Pd si smarca, tira fuori gli artigli e bacchetta la Provincia. Il consigliere provinciale Pd, Alfonso Rampino, si chiede perché la Giunta, lo scorso novembre, abbia modificato lo schema di riparto delle somme relative alle attività di monitoraggio ambientale eliminando 120mila euro che dovevano essere impiegate per l’acquisto della centralina di monitoraggio diossine. “Mi rincresce sottolineare -afferma Rampino- che una delibera di indirizzo, presentata dal gruppo Pd nel luglio scorso, sul monitoraggio costante degli opifici a rischio di inquinamento ambientale è tuttora arenata in Commissione Ambiente. La precedente amministrazione di centrosinistra si era attivata, in una logica di cooperazione interistituzionale, a sensibilizzare anche gli altri soggetti istituzionali del Grande Salento. Oggi tutto tace e si distraggono somme già impegnate per il monitoraggio”.
Chissà perché il Pd non si è ricordato della circostanza prima della votazione in aula. Intanto il fronte del “no al Cdr” ha manifestato lunedì scorso davanti a Palazzo dei Celestini, sede dell’amministrazione provinciale. A sorpresa è sceso tra i manifestanti anche Roberto Marra, il consigliere provinciale che con Salvatore Polimeno si è battuto, sino alla resa nell’ultimo Consiglio provinciale, contro il coincenerimento di Cdr. Secondo il consigliere Marra, la soluzione sulla quale tutti hanno trovato la convergenza era l’unica possibile essendo in minoranza l’ordine del giorno presentato con Polimeno che riprendeva alla lettera il parere della commissione Ambiente. Dopo il parere negativo espresso in commissione Ambiente, il passaggio in Consiglio sembrava potesse e dovesse essere pura formalità. Ma in politica mai dire mai.
Maddalena Mongiò