Nella bufera giudiziaria sulla sanità pugliese, sfociata nella richiesta di arresto per Alberto Tedesco, Sergio Blasi chiarisce: “Noi corretti con la Magistratura. Palese? Un infingardo”. E poi sbotta: “Difficile stare nella mischia”
Il segretario regionale del Pd Sergio Blasi (nella foto) rilancia il ruolo della politica nel cambiamento del sistema di valori. Dalla legge sul reclutamento dei manager alla responsabilità del capogruppo Pd alla Regione, Antonio De Caro, che ha immediatamente deciso di lasciare dopo le attenzioni della Magistratura. E poi c’è la richiesta pressante, arrivata proprio dal centrosinistra, di azzerare i vertici delle Asl pugliesi.
Blasi, lei come vede il futuro delle Asl?
Io credo che, invece di accanirsi sull’azzeramento, sarebbe opportuno proseguire nel cammino tracciato dalla Regione in materia di reclutamento del management sanitario (art 24, legge n. 4/2010), puntando su quell’elenco di 23 giovani idonei di cui la Regione dispone. Solo in questo modo si produrrà merito e salto generazionale.
Due categorie che restano spesso pura astrazione.
Oggi questo segnale di discontinuità nelle scelte non rappresenta più una delle opzioni possibili. Si tratta di una necessità, altrimenti suonerà ipocrita il plauso alle parole di Draghi, il quale solo pochi giorni fa ammoniva l’Italia, segnalando lo spreco di un’intera generazione.
Il capo dell’opposizione, Rocco palese, ha parlato di un Pd “smemorato”, che non ricorda di avere imposto a Nichi Vendola l’allora assessore alla Sanità Alberto tedesco. Lei che dice?
Come ha detto in Consiglio anche Vendola, Tedesco lo ha scelto il presidente come è nelle sue prerogative. Lui per primo ha riconosciuto di avere sottovalutato il conflitto di interessi dell’assessore e in ogni caso, una volta emerso, non ha esitato a fare scelte completamente diverse.
In ogni caso Palese ha dato la colpa a voi.
Rocco Palese è un infingardo, perché sa bene che al momento della nomina Tedesco era il leader della lista Socialisti Autonomisti della Puglia. Sull’argomento ha già portato a casa un autogol in Consiglio regionale quando, chiesta l’informativa su ciò che accadeva, si è prodotto in un’accusa senza capo ne coda nei confronti di tutti, magistratura compresa. Doveva essere una macchina da guerra e si è invece rivelato una pistola ad acqua, dimostrando di non avere nemmeno l’ombra delle doti comunicative del suo capo di Arcore.
Tedesco si è autosospeso dal partito. Troppo imbarazzo nel Pd?
Credo che sia immorale scaricare le persone quando sono nei guai. Tuttavia, vorrei segnalare il differente atteggiamento degli uomini di centrodestra e di quelli di centrosinistra. Questi ultimi hanno la buona abitudine di rispettare la Magistratura e rimettersi al giudizio dei cittadini.
Anche De Caro per ora è rimasto al suo posto.
Antonio De Caro ha fatto responsabilmente un passo indietro, è stato il gruppo a non accettare le sue dimissioni.
Ma lei come la pensa?
Io penso ciò che ha detto il gruppo di cui faccio parte. Ora toccherà a lui decidere il da farsi.
Lei però aveva lodato la sua responsabilità.
Da segretario ho un ruolo da rispettare e in ogni caso non mi sognerei mai di dare consigli in questo senso, anche visto il coinvolgimento marginale di De Caro nelle recenti vicende.
Il sindaco di Bari, Michele Emiliano, ha detto che non ce la fa più. Lei?
È da un anno e mezzo che porto avanti un’idea precisa dell’etica in politica. Il Pd che dirigo non intende rinunciare alla lotta per cambiare ciò che non va. Il difficile è stare nella mischia mantenendo fermo l’ideale e non lasciarsi invischiare dagli aspetti deteriori che la battaglia politica serba in sé.
Alessandra Lupo