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Campo “Panareo”, la sorte dei Rom nelle mani del Tar

Il Tribunale Amministrativo si pronuncerà sull’ordinanza di sgombero del dirigente Maniglio. Mentre le associazioni presentano ricorso e congelano il provvedimento, il Comune di Lecce valuta l’ipotesi di acquistare roulotte usate e avviare una cooperativa di lavoro 
 
La questione Rom, per il momento, è “congelata”. Fino alla pronuncia del Tar di Lecce, infatti, l’ordinanza di sgombero del campo sulla Lecce-Campi Salentina, redatta e firmata dal dirigente del settore Urbanistica del Comune di Lecce Luigi Maniglio, resta sospesa. Il Tribunale Amministrativo dovrà dire la sua sul ricorso presentato dalle associazioni di volontariato che, dopo essersi confrontate nel merito con il sindaco Paolo Perrone, hanno chiesto la sospensione del provvedimento comunale. Già depositato nei giorni scorsi, nelle ultime ore la copia dell’atto è arrivata nelle mani dell’architetto Maniglio e, di conseguenza, in quelle del primo cittadino che, “prendendone atto, ora attenderà la sentenza”. 
Le associazioni che seguono la vicenda e gli interessi dei Rom avevano dimostrato già diverse volte la loro contrarietà al provvedimento di sgombero. Nelle ultime settimane avevano anche preso parte alle riunioni programmatiche di Palazzo Carafa, alla presenza del consigliere comunale delegato ai Servizi Sociali Roberto Martella, del dirigente all’Urbanistica e dei vertici dell’Istituzione. In quelle occasioni, dinanzi agli amministratori e al dirigente di settore, si erano sempre fatte portavoce del disagio della comunità, che di lasciare le baracche al posto delle roulotte proprio non ne voleva sapere. Motivo per cui il termine inizialmente previsto per lo sfratto (il 25 febbraio) fu prorogato. E mentre “Panareo”, allo stato attuale, non si tocca, procede l’iter per individuare una soluzione all’emergenza sicurezza nel Campo. Vera priorità per il primo cittadino che, come ricordato più volte, ha tutto l’interesse a risolvere la questione per il bene comune. Dopo una prima ipotesi, rigettata dai rappresentanti della comunità, e cioè quella di versare un contributo di 500 euro per ogni roulotte ignifuga destinata a nuclei familiari di quattro persone, se n’è fatta strada un’altra. “La proposta è stata concordata venerdì scorso dalla Commissione intersettoriale, costituita da tutti i dirigenti del Comune e dai responsabili del Campo -ha spiegato il direttore dell’Istituzione dei Servizi Sociali, Antonio Carpentieri-; l’Amministrazione, secondo il verbale stilato, dovrebbe acquistare roulotte d’occasione (non nuove), mettere in sicurezza il Campo e avviare una cooperativa di lavoro, utile a facilitare l’integrazione sociale dei Rom”. 
L’ipotesi, ora al vaglio dell’Amministrazione comunale, è stata anche discussa qualche giorno fa in Commissione Servizi Sociali e affrontata dai consiglieri comunali. Potrebbe essere un punto d’incontro tra le parti, considerato che i Rom hanno sempre chiesto le case e il governo cittadino, dal canto suo, ha ribadito l’impossibilità di realizzarle adesso. Bisogna considerare i tempi di costruzione e, soprattutto, la mancanza dei fondi per la realizzazione di quei 19 alloggi immaginati da un progetto che, seppur approvato dal Ministero, non è ancora stato finanziato. Un book fotografico del campo immortala le condizioni di cavi elettrici appositamente sradicati per l’utilizzo abusivo dell’energia e di buche scavate nell’asfalto. “Eppure, gli ultimi lavori risalgono a ottobre scorso”, ha precisato il direttore che ha voluto ricordare come “il sindaco e l’Amministrazione siano dalla parte dei Rom e vogliano soltanto la loro sicurezza”. Ecco perché urge intervenire. Ecco il perché di quel provvedimento estemporaneo che, per il momento “congelato”, riguardava 76 Rom con 26 minori al seguito, che avrebbero dovuto abbandonare le baracche, destinate a essere abbattute proprio perché insicure. 
 
Barbara Politi